Ho fatto un po’ di ricerche in questi giorni, per mettere insieme qualche numero sulla performance dell’attuale esecutivo dal suo insediamento. Chiaramente non abitando in Italia, la mia percezione di come vanno le cose è quella che leggo tramite i giornali e le trasmissioni televisive, quindi ci sta che sia un po’ diversa dalla realtà quotidiana di chi deve “combattere contro il sistema”. Per cui mi atterrò soltanto ad una fredda analisi dei numeri ufficiali, senza alcun editoriale. Il governo Meloni si è ufficialmente insediato il 22 ottobre 2022. Da quel momento, la somma dei consensi dei partiti che lo sostengono è aumentata, un fenomeno che non s’era mai visto prima nell’Italia dei mal di pancia per qualsiasi potere costituito. Un’analisi condotta da Pagella Politica, basata su circa 4.100 sondaggi effettuati dal 2008, rivela che l’esecutivo Meloni rappresenta in effetti una novità su questo fronte, escludendo i governi tecnici di Monti e Draghi.
Attualmente, i tre principali partiti del centrodestra raccolgono il 47% delle intenzioni di voto. Alle elezioni del 25 settembre 2022, la loro somma raggiungeva il 43%. Questo aumento del 4%, dicono i sondaggi, è dovuto principalmente a Fratelli d’Italia, che ha visto i suoi consensi passare dal 26% al 30%, mentre la Lega ha registrato un calo, dovuto alla politica forse un po’ troppo mercuriale del leader Salvini. Dando un’occhiata alla pagina Wikipedia che classifica i governi italiani per durata, questo governo è già settimo su ben 68 governi totali nella storia della repubblica. E non nascondo che mi son cascate le braccia a vedere su quella pagina che tra gli anni 70 ed 80 vi siano stati governi che non sono neppure riusciti a mangiare il panettone dell’anno in cui erano stati votati.
In particolare, tra quelli della storia recente del nostro Paese, solo i governi Renzi e Berlusconi sono durati più di due anni. Quando Matteo Renzi è salito al potere, i partiti che lo sostenevano avevano il 38% dei consensi. Il successo alle elezioni europee del 2014 portò questa percentuale al 48%, ma due anni dopo era già scesa al 33%, per via di lotte interne al partito che portarono poi alla fuoriuscita di alcuni esponenti, che finirono per creare il proprio partito “ad personam”, tra cui Renzi stesso. Il secondo governo Conte, supportato da Movimento 5 Stelle, Pd, Italia Viva e Liberi e Uguali, raggiunse il 46% prima di scendere al 41% in un anno e mezzo, in piena pandemia.
Ciò vuol dire, stando ad una analisi prettamente aritmetica, che la percezione della gente dell’operato di questo governo è generalmente positiva, e crede che abbia mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale. Ora arriva il tempo di scrivere la legge di bilancio per l’anno prossimo, e già leggo che in tanti si strappano i capelli sulle intenzioni, sulle indiscrezioni, sulle fake news. La verità, se mi è permesso fare un breve commento in calce a questi numeri che abbiamo visto, è che nell’attuale assetto degli accordi europei, la Banca Centrale Europea soffoca i paesi con tassi d’interesse elevati e, fissando gli obiettivi di spesa e rigore fiscale, non lascia ai governi molta autonomia decisionale. Eppure, leggo sul Corriere che:
Il governo rende strutturale il taglio del cuneo, che vale circa 100 euro in più in busta paga per chi guadagna fino a 35 mila euro lordi, e la riduzione da 4 a 3 delle aliquote Irpef (come promesso, nda), sempre a beneficio dei redditi medio-bassi. Sul fronte delle pensioni vengono potenziati i bonus per chi resta al lavoro pur avendo raggiunto l’età pensionabile, su quello della sanità ci saranno più fondi e un piano di assunzioni. Per le famiglie un pacchetto di misure a sostegno della natalità. Arriva un aumento dei fringe benefit per chi viene assunto ma deve spostare la residenza di almeno 100 chilometri.
Intanto in Europa ci hanno convinto a suon di l’unione fa la forza, ed in quel modo ci hanno venduto tutte le decisioni scellerate fatte nel Vecchio Continente negli ultimi 40 anni. Come ad esempio il fatto che non esiste una politica economica federale, come c’è negli Stati Uniti o in Cina, e gli Stati europei continuano ad andare un po’ alla rinfusa ed a farsi concorrenza tra loro (come dimenticare gli sconti fiscali irlandesi alle aziende?), invece di lavorare insieme verso un obiettivo comune. Quindi chi s’illude che con la sinistra al governo le cose sarebbero diverse, non vede come in realtà chiunque vada al potere, avrà le mani legate dalle decisioni europee.
Concludo con un breve video che all’epoca dell’insediamento del governo, fece il giro del web. Un video in cui le parole dell’onorevole Serracchiani sono invecchiate malissimo. Per ricordare a tutti la grinta di questa donna che, checché se ne dica, ha saputo raggiungere questi obiettivi di consenso in soli due anni.
Commenti
Giovanni ha scritto:
Ho sempre letto le testate dei quotidiani o delle trasmissioni. ………..poi il vero articolo lo fa il marciapiede, dove cammina la persona normale e che non va in tv ……… i sondaggi presunti veri.
Fai vedere una diramazione del vecchio PCI ed Alleanza Nazionale oggi PD e FdI ……… che non hanno nulla a che vedere con la veccia idiologia di area politica.
Oggi in Italia non di hanno veri politici …….. ci sono uomini che cercano di fare politica.
C’è una bella differenza.
Risposte al commento di Giovanni
camu ha scritto:
Su questo mi trovi perfettamente d’accordo. Ed è un problema non solo italiano. Basta guardare a cosa sta succedendo su questa sponda dell’oceano Atlantico, e paragonare i politici di oggi con quelli di quarant’anni fa.
Trap ha scritto:
Mi è rimasta impressa la puntata di “La Storia siamo noi” che parlava della fine del PCI. La cosiddetta “svolta della Bolognina”, quando Occhetto lesse quel famoso discorso da 119 pagine, interrotto 50 volte da applausi e durante il quale bruciò 2000 calorie ovvero mezzo chilo.
E fuori si vedevano tutti i simpatizzanti del PCI con persino la collana d’oro col simbolo della falce e del martello, che piangevano.
Altri tempi, altre passioni…
Risposte al commento di Trap
camu ha scritto:
Oggi sfortunatamente il politicamente corretto etichetta quel tipo di nostalgie in maniera negativa, e quindi la gente, e specialmente le nuove generazioni, non sentono di mostrare e coltivare la propria passione come succedeva all’epoca. La paura di essere messi in mostra sulla gogna mediatica è sempre dietro l’angolo.