due chiacchiere

Mettiamo alla prova il backup

Da qualche decennio oramai, lo slogan ufficiale della Pirelli è il famoso “la potenza è nulla senza controllo”, che tutti almeno una volta abbiamo visto scritto su un manifesto o ascoltato in una delle pubblicità d’un tempo. Ed è proprio questo slogan che mi risuonava in mente l’altro giorno mentre facevo alcune prove di ripristino del backup di questo blog, in cui simulavo un attacco hacker che aveva compromesso il database. Già, perché avere un backup salvato da qualche parte non basta a mettersi l’animo in pace: in quanti non hanno mai provato ad usarlo per vedere se davvero funziona come dovrebbe? Il nostro sistemista all’università dove lavoravo prima aveva la buona abitudine di condurre un disaster recovery test ogni sei mesi, chiamando all’appello tutti gli interessati per fare la propria parte nel ripristinare la funzionalità delle applicazioni a loro affidate. Così ho deciso di fare lo stesso sul mio blog personale, mettendo alla prova i potenti mezzi di Supporthost in questo frangente.

Un pulsante a forma di nuvoletta con la scritta backup

Guarda caso, proprio di questo argomento avevo parlato esattamente un anno fa, raccontandoti degli script che mi ero creato per fare un backup intelligente che tenesse conto non soltanto dei dati ma anche della versione di WordPress, del tema e dei plugin attivi al momento in cui quel backup era stato fatto, per rimettere tutto esattamente com’era. Certo, si tratta di un sistema alquanto rudimentale che potrebbe sicuramente essere migliorato sotto tanti punti di vista, ma per un blogghettino di periferia va più che bene. Poi, avendo implementato un semplice meccanismo di cache sul server, posso permettermi di tirare la spina al database, ripristinare archivi e via dicendo senza che nessuno se ne accorga lì fuori. La cache, in altre parole, diventa una specie di rete di sicurezza, un ulteriore livello di protezione per fare in modo che il sito sia sempre online.

E poi, diciamocela tutta, vestire i panni dell’hacker per qualche minuto, e spaccare tutto, è anche terapeutico e fa bene allo stress. Scherzi a parte, qualsiasi sia la tua strategia di risk management (come la chiamano quelli che hanno studiato), quello che conta è non sottovalutare l’importanza di provare sul campo ogni salvagente che abbiamo a disposizione nella nostra cassetta degli attrezzi tecnologici. Per non far la fine del Titanic e rendersi conto che non c’erano abbastanza scialuppe di salvataggio per tutti, quando ci si trova di fronte ad un’emergenza vera.

Commenti

  1. Tema interessante anzi importante. Nel mio caso le poesie che posto le ho salvate anche in altri posti virtuali e perfino in cartaceo. Il punto è se nel fare il backup dovendo poi ripristinarlo si avrebbe il blog esattamente in ogni suo elemento perfettamente identico a quello attaccato. Mi spiego meglio: tolgo il blog lo rimetto; il backup mi restituisce tutto commenti compresi esattamente come è adesso oppure alcune cose si perderebbero?

    Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

    1. Ho guardato il link di Supporthost però allora questa soluzione non vale per chi si appoggia a blogspot perchè dovrei cambiare piattaforma. Avrebbe più senso sul mio sito web. Ok basta non ti assillo oltre 🙂

      Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

      1. ha scritto:

        Si, nel mio caso il blog si trova su una piattaforma indipendente, quindi i passaggi descritti nel mio post dell’anno scorso non andrebbero bene per la piattaforma Blogger. Comunque dando un’occhiata alla documentazione, leggo che esiste un modo per esportare post e commenti direttamente dal loro pannello di controllo. La comodità di queste piattaforme “centralizzate” come Blogger, comunque, è proprio che non serve preoccuparsi di questi dettagli tecnici, a cui in genere pensa il loro servizio tecnico. Comunque fai bene a salvare le tue poesie altrove. Io, giusto per sicurezza, farei anche un export manuale una volta ogni mese di tutti i contenuti del blog.

  2. Trap
    ha scritto:

    Qui si dimentica anche una cosa fondamentale, forse la più importante di tutte: la longevità del supporto sul quale fare il backup. Argomento a cui non basterebbe un post 😉

    Risposte al commento di Trap

    1. ha scritto:

      Giustissima osservazione. Oggi comunque è tutto nel cloud, quindi forse è anche un problema di formato del backup (zip, tar, ecc) che fra una ventina d’anni potrebbe non essere più supportato o attuale…

      Risposte al commento di camu

      1. Trovo il cloud una “non risposta” al problema del backup: abbiamo timore che un hacker entri in un sito dove mostriamo i nostri quadri o mettiamo in mostra le nostre foto ecc… Salviamo le foto, salviamo il sito e poi lo rimettiamo cmq ancora in rete e quindi potenzialmente attaccabile? Backup fisico o con un elemento esterno e collegato al computer, che ha un nome ma ora non mi sovviene, e/o se si tratta solo di file anche una chiavetta. La achiavetta avrà forse le sue controindicazioni ma non è attaccabile se non quando viene inserita in un computer ma a quel punto non è lei ad essere stata hackerata ma il pc su cui è stata inserita. Sono in errore?

        Risposte al commento di DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
        1. Voglio dire, il mio ragionamento ha delle falle?

        2. Trap
          ha scritto:

          Esatto, alla fine il cloud è come: io copio le mie robe private su un PC di un altro. Sintesi vera e cruda…

        3. ha scritto:

          Hai perfettamente ragione. Per i dati più importanti io, ad esempio, ho impostato un servizio di Google che a scadenze periodiche mi manda un’email con un link da cui scaricare una copia di tutta la mia posta, delle foto delle vacanze e dei documenti. Io ho un server NAS a casa che conserva copie di tutto quello che ho d’importante nel cloud, giusto per ridondanza. Il “solo” cloud non basta, è vero.

  3. ha scritto:

    Credo di essere paranoico con i backup, anni fa ho avuto problemi con due dischi in due circostanze diverse, un disco si è rovinato nella parte magnetica ed uno nella parte logica, pertanto oggi il mio backup è più che ridondante, la prima copia automatica è con un servizio Cloud (SugarSync), poi copia automatica su Nas, una copia su un PC ed infine su una SD inserita in un tablet. Per la serie non mi fido della cintura, delle bretelle e dei bottoni dei pantaloni.

    Risposte al commento di Piero_TM_R

    1. ha scritto:

      Con i dati importanti non si è mai abbastanza paranoici, sono d’accordo con te. Quello che alcuni non tengono in considerazione sono eventi catastrofici esterni (alluvione, incendio, o anche lo smarrimento del cellulare), che renderebbero le copie di backup “locali” inutilizzabili: per questo motivo è importante avere sempre una copia offsite, da poter accedere in caso di emergenza. Che poi un giorno, quando non ci saremo più, queste montagne di dati saranno soltanto una massa enorme di spazzatura digitale, è un argomento a parte.

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