due chiacchiere

Microplastiche? Ne abbiamo piene le… scatole

Il titolo velatamente volgare del post di oggi è in realtà un riferimento ad un recente studio pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences, che ha testato 23 testicoli umani e 47 testicoli di cani da compagnia, trovando un’elevata presenza di microplastiche in ogni campione analizzato. Eh già, la quantità di minuscoli frammenti (da pochi micron fino a 5 millimetri) nei testicoli umani è pericolosamente in crescita, e questo sta avendo un impatto innegabile sulle capacità riproduttive dell’uomo: lo studio riesce infatti a dimostrare una correlazione tra le due cose, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per avere una certezza oltre ogni ragionevole dubbio. Recentemente sono state scoperte microplastiche anche nel sangue, nella placenta e nel latte materno, indicando una contaminazione diffusa del corpo umano. L’impatto sulla salute è ancora sconosciuto, ma non penso facciano proprio benissimo.

Frammenti di microplastica sulle dita di una mano

Ogni anno si scaricano nell’ambiente enormi quantità di rifiuti di plastica. Rifiuti che non si decompongono come, che so, carta e umido, ma si sbriciolano in frammenti sempre più piccoli, che finiscono per entrare nella catena alimentare attraverso i pesci e l’acqua, ma anche come polveri sottili disperse nell’aria. Le particelle si annidano e rimangono nei tessuti e causano infiammazioni, un po’ come le particelle di inquinamento atmosferico. I testicoli analizzati sono stati ottenuti da autopsie nel 2016, con uomini di età compresa tra 16 ed 88 anni al momento della morte. “L’impatto sulla generazione più giovane potrebbe essere più preoccupante ora che c’è più plastica che mai nell’ambiente”, si legge nello studio.

Ne avevo parlato due anni fa: riciclare la plastica non basta più. Qui nel New Jersey dove abito, per lavarsi la coscienza, l’assemblea regionale ha vietato l’uso di sacchetti di plastica monouso per la spesa. Creando più un disservizio per la gente che va al supermercato, che un qualcosa di davvero utile per l’ambiente. Già, perché ora tutti dobbiamo acquistare le buste della spesa in tessuto non tessuto, che ironicamente sono più inquinanti dei sacchetti di plastica, sia per l’energia necessaria per produrli, sia dal punto di vista dello smaltimento. Ma il vero problema è che puoi pure eliminare i sacchetti, ma il resto della filiera è piena di plastiche monouso: al supermercato dove vado, vendono persino le patate incellofanate singolarmente, cose da matti.

L’invenzione della plastica in origine era mirata a produrre oggetti duraturi, e tutto sarebbe stato molto buono e giusto, se avessero seguito quella strada. Poi però qualcuno ha deciso che vetro e lattine non erano economicamente convenienti, ed hanno cominciato a fabbricare tutti i contenitori, dal latte ai pacchi di pasta, con plastiche monouso. Alcuni provano a ricatturare questa mole di rifiuti fornendo un incentivo economico sui vuoti a rendere, anche per aiutare i senzatetto, che quindi riescono a farsi qualche soldo contribuendo in maniera positiva al mantenimento del decoro urbano (altro che tappi attaccati alle bottiglie!). Ma sono iniziative isolate che neppure scalfiscono il problema di fondo. Ovviamente nessuno vuole tornare a vetro e lattine, perché non convengono alle multinazionali, e chi se ne frega se la popolazione non può più fare figli per colpa delle microplastiche. Forse quello de Il Racconto dell’Ancella non è un futuro poi così distopico e lontano.

Commenti

  1. Franco Battaglia ha scritto:

    Ne abbiamo piene le cozze soprattutto, mitilo bivalve che adoro, specie alla belga, con crema e patte fritte. Slurp!! ..tanto figli non ne avevo comunque.. 😉

    Risposte al commento di Franco Battaglia

    1. camu ha scritto:

      No, fermi tutti. Tu passi, butti una ricetta con nonchalance e te ne vai? Vogliamo i dettagli di queste cozze alla belga 😀

  2. Katrina Uragano ha scritto:

    La fertilità si è abbassata molto negli anni, sia maschile che femminile. E penso che queste microplastiche siano nel corpo di chiunque, sebbene non siano il solo motivo dietro tale bassa fertilità.

    Risposte al commento di Katrina Uragano

    1. camu ha scritto:

      Sono d’accordo, il calo della fertilità è dovuto anche ad altri fattori, sia ambientali che psicologici. Ma rimane il fatto che chi ci ha preceduto abbia lasciato in eredità alle generazioni future un mondo inquinato ed instabile. Loro si son goduti le tante risorse naturali, ed hanno impestato tutto il globo terracqueo, e noi adesso dobbiamo pagarne le conseguenze.

      Risposte al commento di camu

      1. Katrina Uragano ha scritto:

        Però continuiamo a farlo, non mi pare che ci sia una controtendenza reale, che qualcosa si sia fermato. E’ pieno di plastica dappertutto, ovunque ci si giri. Ne siamo tuttora invasi.

        Risposte al commento di Katrina Uragano
        1. camu ha scritto:

          Anche questo è vero. Perché economicamente non conviene: nel link puoi leggere la risposta di un commerciante alla domanda su come mai non si sostituiscono i sacchetti ed altri prodotti monouso con equivalenti più ecosostenibili. Ricordo quando inventarono i sacchetti biodegradabili ricavati dal mais, li vidi nei supermercati forse per qualche mese, prima che si tornasse alla plastica normale. Il dio portafogli la fa sempre da padrone, alla fine dei conti 🙁

  3. Trap ha scritto:

    Ho letto un interessante articolo che fa vedere che l’estrazione americana di petrolio (da cui deriva la plastica) sta raggiungendo record.

    Ricordo i simpatici ambientalisti che erano contro Trump quando lui diceva “Drill, baby, drill”, eppure è proprio sotto Biden che c’è stato un grande salto sotto questo aspetto. E quest’ultimo accuratamente non lo fa notare molto.

    Risposte al commento di Trap

    1. camu ha scritto:

      💯esatto! Quello che la stampa non ci ha detto in questi quattro anni è che molte politiche di Biden sono state copiate da quello che aveva fatto Trump, dal fracking (con tutte le conseguenze ambientali che conosciamo) all’inasprimento delle pene per gli immigrati illegali. La cosa più disgustosa comunque è che vedo tutti andare in brodo di giuggiole per la Harris, ma anche lei non scherza: quando era candidata nel 2020 diceva che se avesse vinto, avrebbe messo in campo politiche per ridurre il fracking notevolmente. Ora invece, pur di invogliare certe fette di elettori a votare per lei, ha fatto dietrofront su quelle politiche.

      Con buona pace del tanto sbandierato “Green New Deal” americano, che impallidisce se confrontato con le politiche verdi messe in campo, ad esempio, dalla Cina e dall’Europa. Perché alla fine dei conti, diciamocelo chiaro e tondo, nessuno vuole andare a toccare la tracotanza degli americani che comprano SUV grandi come un autobus, o che sparano l’aria condizionata a palla pur di non emettere una goccia di sudore. L’americano è abituato a sperperare risorse energetiche come se non vi fosse un domani, e questo non cambierà, alla faccia degli accordi internazionali tanto sbandierati.

      Ti lascio con una riflessione: un frigorifero americano usa tre volte e mezzo la quantità di energia che un africano consuma in un anno.

  4. Samuele ha scritto:

    Adesso puoi anche affrontare l’argomento delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS).
    Siamo in una botte di ferro.

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    1. camu ha scritto:

      Già, viva il Teflon 🙁 Comunque, ottimo suggerimento, lo metto tra gli argomenti da trattare…

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