due chiacchiere

Archivio degli articoli in biblioteca, pagina 16

Non perderti con l’inglese

Qualche giorno fa ho controllato l’orario degli autobus online per capire se, dalla nuova casa dove ci siamo trasferiti, ce ne fosse uno più congeniale alle mie esigenze. Stando al sito, ne passava uno alle 6.30 di mattina. Così vado alla fermata, ma dell’autobus nessuna traccia. Forse ero arrivato in ritardo e m’ero perso la corsa? No, chiedendo informazioni al terminal, ho scoperto che l’avevano semplicemente cancellata. Pazienza, sarà per la prossima volta. A proposito, come si traducono in inglese alcune delle cose che ho detto? Se ho perso l’autobus dirò I missed the bus, non I lost the bus. In quest’ultimo caso intenderei che era in mia custodia e l’ho smarrito. Leggi il resto di Non perderti con l’inglese

Le caramelle polo ed i bambini

Chi non ha mai provato le caramelle Polo, quelle che una volta la reclàme chiamava il “buco con la menta intorno”? Beh, l’altro giorno mi hanno girato una barzelletta in inglese che ha come protagoniste queste mentine e dei bambini delle elementari. All’inizio avevo pensato di tradurla in italiano, ma mi sono poi reso conto che il finale era praticamente intraducibile (si accettano suggerimenti, in caso) e che non avrebbe reso alla stessa maniera. Così ho deciso di proporla in versione originale nel mio angolino sul corso d’inglese per principianti. Buon divertimento 🙂 Leggi il resto di Le caramelle polo ed i bambini

David Copperfield, due secoli dopo

Beh, non c’ho messo così tanto tempo a leggere, o meglio ascoltare, questo romanzo. Ma devo ammettere che leggere David Copperfield (no, non il mago) è stata davvero una lunga e piacevole passeggiata tra le vie dell’Inghilterra della rivoluzione industriale. Ricordo di aver studiato le opere di Dickens alle scuole superiori, ma all’epoca come tutti gli adolescenti, l’unico mio pensiero era tendere l’orecchio per intercettare il suono della campanella che annunciava la ricreazione. Il professore ci fece leggere alcuni capitoli, nell’ostico inglese d’altri tempi, il che rendeva il tutto ancora meno digeribile. Adesso, nella traduzione Italiana curata da Franco Prattico (certo meno famosa di quella di Cesare Pavese), ho potuto gustarlo durante i miei ritorni a casa dopo una lunga giornata di lavoro, riposando gli occhi e viaggiando con l’immaginazione. Leggi il resto di David Copperfield, due secoli dopo

Il barone rampante di Calvino

Il bello degli audiolibri è che ci si impiega molto meno tempo a finirli rispetto ad un libro normale, o per lo meno questa è la mia impressione. E poi non si affaticano gli occhi, già messi a dura prova dopo un’intera giornata di star davanti al monitor di un computer a lavorare o controllare le proprie cose. L’ultimo che ho ascoltato, Il Barone Rampante, l’ho scaricato praticamente per caso: cercando Alcatraz ho trovato un sito sul forum della Rai, in cui sono archiviate le vecchie puntate della trasmissione Il Terzo Anello, Ad Alta Voce. Mi aspettavo una storia noiosa ambientata nel periodo della Rivoluzione Francese, che parlasse di baroni ed intrighi nobiliari, ed invece sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla storia di Cosimo. Leggi il resto di Il barone rampante di Calvino

Il deserto dei tartari

Era un po’ che non scaricavo qualche nuovo audiolibro. Un paio di settimane fa, sul sito della Rai ho trovato Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati. La storia di Giovanni Drogo e della sua vita militare passata alla Fortezza, un avamposto costruito per proteggere un tratto di frontiera con lo Stato del Nord. Mentre l’ascoltavo, mi veniva naturale confrontare quest’opera con Full Metal Jacket, osservando le differenze nel narrare le vicende militari tra i due autori: deprimente e rassegnato l’italiano, grintoso e combattivo l’americano. L’opera, scritta alla vigilia della seconda guerra mondiale, mostra tutta l’ansia che si respirava all’epoca, quando ancora non era chiaro che piega avesse preso la dittatura italiana. Leggi il resto di Il deserto dei tartari

Imparare per sbaglio

Stamattina, mentre l’autobus mi portava al lavoro, ho notato una nuova campagna pubblicitaria sull’autostrada, promossa dal Ministero dei Trasporti (Department of Public Transportation) che diceva don’t learn safety by accident. Il gioco di parole si basa sul fatto che accident vuol dire in effetti incidente stradale, ma by accident significa invece per sbaglio: she broke that glass by accident. La preposizione by è in effetti in grado di assumere significati diversi a seconda del contesto. In uno dei precedenti articoli avevo parlato di change (che vuol dire cambiare, ma anche spiccioli). A volte viene confuso con chance, possibilità. Quest’ultima parola si può usare, preceduta da by any, per tradurre la locuzione “per caso”: by any chance, have you seen my glasses? Eccone un’altra, giusto per concludere: please, send me your paperwork by 7.30. Leggi il resto di Imparare per sbaglio

Un libro per questa estate

In genere scrivo io le recensioni dei libri che leggo o ascolto sull’autobus. Ma oggi anziché consigliare io un libro a te, sarai tu (se ne hai voglia) a suggerirne uno a me. Sono indeciso se rileggere un paio di romanzi di Banana Yoshimoto che all’epoca mi erano piaciuti particolarmente, oppure acquistare qualcosa di nuovo. Sarei più propenso per la seconda ipotesi, e così eccomi qui a chiedere il tuo aiuto: c’è un libro “estivo” che ti è piaciuto e che vorresti consigliarmi? Mi raccomando, nulla di eccessivamente impegnativo: una lettura leggera e divertente, un romanzo con un tocco di avventura, insomma un libricino che possa essere un ideale compagno in questi giorni di Luglio. Qualcosa che si trovi anche su Amazon, ovviamente. A te la parola.

Le parolacce americane

Nello scrivere questi articoli sulle curiosità della lingua inglese, finora non avevo voluto toccare l’argomento parolacce. Ma è pur vero che tutti, quando incontriamo uno straniero, prima o poi gli chiediamo come si traducono le “principali” parole sporche o imprecazioni. Se l’argomento può urtare la tua sensibilità, ti consiglio di non proseguire la lettura 🙂 Gli americani, bisogna dirlo, sono sempre molto puritani: in pubblico e negli articoli di giornali, leggerai sempre the f- word quando ci si riferisce a fuck, vaffanculo. Molto raramente è pronunciata in maniera esplicita, ed è considerata molto volgare. Può essere usata da sola, oppure accompagnata, assumendo diversi significati. Leggi il resto di Le parolacce americane

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