due chiacchiere

Archivio degli articoli in biblioteca, pagina 17

Ricordando l’ombra del vento

Accidenti come passa il tempo, mi sembrava di aver finito di leggere L’ombra del Vento solo da pochi mesi, ed invece la lettura risale addirittura al 2007. Se non conosci questo romanzo di Carlos Ruis Zafon, ti consiglio vivamente di inserirlo tra le tue letture per quest’estate. Magari sotto l’ombrellone, mentre il dolce suono delle onde del mare accarezza i tuoi timpani e ti invoglia ad immergerti nella storia tra le avenidas del Tibidabo. Se dovessi scegliere un passaggio per convincerti a leggere quest’opera, ecco quale prenderei:

L’uomo più saggio che io abbia mai conosciuto, Fermin Romero de Torres, un giorno mi aveva spiegato che nella vita non c’è nulla di paragonabile all’emozione che si prova quando si spoglia una donna per la prima volta. Non mi aveva mentito, ma mi aveva taciuto parte della verità. Non mi aveva detto dello strano tremore che trasforma ogni bottone, ogni cerniera in un’impresa da titani. Non mi aveva detto della malia di un corpo palpitante, dell’incantesimo di un bacio né di quel miraggio che sembrava ardere in ogni poro della pelle. Sapeva che il miracolo avviene una sola volta nella vita ed è fatto di trame segrete che, una volta svelate, svaniscono per sempre. Mille volte ho tentato di rivivere l’emozione di quel pomeriggio con Bea nella grande casa dell’avenida del Tibidabo, quando lo scrosciare della pioggia cancellò il mondo. «Fammi quello che vuoi» sussurrò. Avevo diciassette anni e la vita sulle labbra.

Una curiosità, di tanto in tanto

L’altra sera guardavo l’ultima puntata (per questa stagione) delle Casalinghe Disperate, quella in cui la bruna ed il fidanzato canadese cercano di sposarsi per far ottenere a lui l’agognata green card. In una scena verso la fine, il tipo pazzo che ha perso moglie e figlia in un incidente stradale, chiama la vicina per spiegargli che starà via per un po’, chiedendogli se può dare un’occhiata alla casa every now and then, di tanto in tanto. E così ho pensato di riportare qui sul blog questa curiosità. Se avesse voluto dire a giorni alterni (che in Italiano spesso diciamo “un giorno si ed uno no”) avrebbe usato l’espressione every other day. Other, in quest’accezione, si può accostare a qualsiasi cosa per dire “una si ed una no”: every other page of your book. Ecco, adesso sai come rispondere al professore quando ti chiede se apri mai il libro d’inglese 🙂 Leggi il resto di Una curiosità, di tanto in tanto

La salvezza ti fa risparmiare

Prendere spunto dalle pubblicità è diventata una simpatica abitudine, per l’angolino di Mister Camu (una versione meno rompiscatole del Mr. Brown delle Iene). Ieri mentre andavo al lavoro, un cartello reclamizzava una banca dicendo Save your money, one day it’ll return the favor. Questa frase evidenzia i significati principali del verbo save, in inglese: evitare che una cosa vada perduta o dimenticata (ovvero conservare), ma anche risparmiare e salvare. Ad esempio, potrà capitarti di incontrare per le vie di New York il solito religioso esagitato che urla Save your souls, sinners! Ma anche di leggere sulle vetrine di un negozio sulla Quinta Strada Save up to 50% with our special sale going on today. Come dici? No, non si tratta di un tabaccaio che vende sale a prezzi scontati. Sale è l’equivalente dei nostri saldi. Data la crisi economica, è una parola che al momento si vede un po’ dappertutto: sui cartelli di fronte alle case (in questo caso nella forma on sale, in vendita), sulle vetrine delle concessionarie d’auto, nelle pubblicità in televisione.

save your money and one day it'll return the favor

Una roccia tutta inglese

Da qualche settimana non invitavo nella mia biblioteca le professoresse di Il Mio Inglese, e così anche se la scuola è oramai chiusa, eccole raccontarci oggi alcune curiosità sulle rocce. Il rock non è solamente un genere musicale, ma anche un sostantivo che significa roccia, oltre che un verbo (intraducibile in italiano, direi) che ha molteplici significati. Se qualcuno o qualcosa rocks around (roccia attorno) allora sta oscillando o si muove in modo ondulatorio. Se l’azione è riferita ad una barca, i più colti noteranno che la traduzione in italiano sarebbe beccheggiare. Per esempio: the waves are big and the ship is rocking around (le onde sono grandi e la barca sta beccheggiando). Leggi il resto di Una roccia tutta inglese

In inglese non si fa, si va

Nella vecchia fattoria, ia, ia, oh! Chi non ha mai cantato almeno una volta nella vita questa canzone. La corrispondente versione a stelle e strisce narra le avventure di zio McDonald (pubblicità occulta?) e dei suoi animali. La curiosità è nel modo in cui si traduce l’espressione “la mucca fa mu”, the cow goes moo. Già, l’azione di parlare viene tradotta con il verbo to go, andare. Lo stesso vale quando racconti del dialogo con il tuo amico scontroso: io lo saluto, e lui mi fa “cosa vuoi?” tutto arrabbiato. In inglese verrebbe tradotto: I say Hi, and he goes “what do you want?” very upset. Quindi non dimenticare che gli inglesi vanno, non fanno 🙂 Leggi il resto di In inglese non si fa, si va

Anche gli inglesi sbagliano

Non mi riferisco alle partite di Champions League che si stanno giocando in questi giorni, ma ad un sito divertente (non più online) in cui vengono pubblicati tutti gli strafalcioni su cartelli, segnali o pubblicità “pizzicati” in giro dagli autori e da chiunque voglia contribuire all’iniziativa. Dal mio punto di vista è un ottimo metodo per mettere alla prova il mio livello di conoscenza della lingua inglese. Il sito infatti, dopo aver presentato la foto, ne spiega l’errore ed il modo corretto in cui si sarebbe dovuta dire quella frase. Così spesso mi diverto a cercare di indovinare lo strafalcione senza sbirciare sul commento sottostante.

Cartello americano con la scritta

Orgoglio e pregiudizio per Liz

Ho da poco completato l’ascolto di un nuovo audiolibro: Orgoglio e Pregiudizio. E visto che s’avvicina il tempo degli esami di maturità, magari a qualche studente potrà tornare utile un commento non copiato dal “solito” Wikipedia, chissà 😉 Prima di andare avanti, t’avverto che nel seguito saranno svelati dettagli sulla trama dell’opera, se quindi non vuoi bruciarti la sorpresa, ti pregherei di fermare qui la tua lettura. Detto questo, partiamo dall’inizio: la storia si svolge in un’Inghilterra all’apice della sua crescita, prima delle guerre mondiali che ne avrebbero cambiato per sempre il modo di essere. La famiglia Bennet, pur non vantando un’importanza nobiliare, vive decorosamente grazie ad una piccola rendita di cui dispone il padre. L’ambizione della madre è comunque di accasare le quattro figlie, facendole sposare con i buoni partiti della città. Leggi il resto di Orgoglio e pregiudizio per Liz

Un appuntamento con il barbiere

Ogni circa 45 giorni ho un appuntamento a cui non posso sottrarmi: quello con il mio barbiere. Sebbene il ragazzo del mio blog abbia il ciuffo sbarazzino, a me son sempre piaciuti i capelli corti. O meglio, da adolescente provai a farmeli crescere, ma il cespuglio che mi ritrovo sulla testa ha la tendenza a crescere alla Jackson Five, anche noto come stile afro. Allora ho due possibilità: farmi le treccioline alla Gullit oppure dare una bella sforbiciata di tanto in tanto. Qui ancora si trovano i barber shop come quello famoso del film Il principe cerca moglie, con Eddie Murphy. Entrando, probabilmente una signora alla cassa ti chiederà May I help you? e tu risponderai I would like to get my hair cut. Leggi il resto di Un appuntamento con il barbiere

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