due chiacchiere

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Vendesi iPhone a 100 euro

Era un po’ che non usavo un titolo provocatorio, ma stavolta penso sia più che azzeccato: manca pochissimo oramai al lancio americano del nuovo iPhone 3G, quello che tutti qui aspettano con ansia. Verrà fornito con tante nuove funzionalità, mentre altre sono ancora in attesa di essere implementate. Ma partiamo dall’aspetto più curioso: ho letto che in Italia lo stanno vendendo a circa 400 euro, più o meno accessoriato, ed associato ad un piano telefonico di durata secolare. Qui invece sarà commercializzato a partire da 199 dollari, intorno ai cento euro al cambio attuale. Stesse funzioni, stessa dipendenza da un piano telefonico (con una compagnia che tutti odiano, la AT&T), stessa qualità. Non sarà mica che le compagnie italiane ci stanno marciando sopra un po’ troppo? Peccato che io non sia uno sfegatato di questo gadget, altrimenti mi sarei già messo in fila per acquistarlo. Leggi il resto di Vendesi iPhone a 100 euro

Insegnare l’inattualità

Da tempo non scrivo qualcosa nella “zona notte” del mio appartamento virtuale. Oggi voglio copiare qui un articolo di più di due anni fa scritto dal mio amico Matteo. Che ora ha avuto una splendida bimba, e chissà se adesso avrà ancora quelle preoccupazioni.

La mia preoccupazione, in fondo, è questa: come farò ad educare i miei figli ad essere inattuali dentro all’attualità? L’inattualità che ho in mente è proprio un qualcosa a metà strada tra lo stile, la cultura ed il messaggio evangelico. Cioé, insegnare ad essere nel mondo senza appartenervi, forse. Maternità e paternità sono qualcosa di così radicalmente pervasivo, forse noi la intendiamo così, e qualcuno potrebbe muoverci mille obiezioni. Eppure, spesso non si vede. E a noi, anti-attuali, ci suona sempre un po’ strano…

Gli americani ce l’hanno corto

… il linguaggio, cosa avevi capito? In effetti nella mia posizione di osservatore “esterno” di questa lingua bizzarra, posso confermarlo: gli americani sono pigri, meno parole usano e meglio è per tutti. L’ovomaltina, famosa polvere al cioccolato da sciogliere nel latte, qui si chiama Ovaltine, per fare un esempio. Oppure il lunghissimo “allacciare le cinture di sicurezza” diventa un ben più corto buckle up. Ma il caso più evidente è quello mostrato nel cartello qui di seguito. In Italiano bisognerebbe dire: parcheggio riservato solo ai veicoli autorizzati, gli altri saranno soggetti a rimozione coatta; permesso numero 10.

Ordinare gli articoli delle categorie

Qualche settimana fa un visitatore mi ha chiesto lumi sulla possibilità di visualizzare gli articoli di una categoria, ordinandoli in base ad un campo diverso dalla data di pubblicazione. In WordPress tutto è possibile, e questa funzionalità che sembra una delle cose spesso più richieste, trova sfortunatamente poco risalto nei luoghi di discussione dedicati a questo sistema di gestione dei contenuti. Ecco allora che ho deciso di pubblicare il codice sorgente per realizzare il prodigio: ti basterà copiare il file all’interno del tuo tema, rinominandolo category.php e completando la “forma” del singolo articolo, lasciata appositamente vuota.

Potrai inoltre personalizzare il criterio di ordinamento, che io ho impostato in base allo “slug” dell’articolo, ovvero il suo nome per costruire il permalink. Se non hai capito nulla di quanto ho detto fino a questo punto, è molto probabile che non ti interessi neppure l’argomento. Ma se da tempo cercavi di realizzare questa cosa ma non sai come fare, puoi sempre contattarmi per ulteriori dettagli!

Il protocollo di… Napoli

Se hai già letto in passato i miei interventi relativi al protocollo di Kyoto, sai che sono sempre stato abbastanza critico sull’atteggiamento della gente nei suoi confronti. Siamo tutti fin troppo bravi a puntare il dito contro gli Stati Uniti che non l’hanno mai voluto firmare, ma con altrettanta facilità dimentichiamo che l’Italia, tra i firmatari, ancora oggi soffre di gravi problemi come la spazzatura a Napoli. Insomma, come sempre si finisce per guardare la pagliuzza nell’occhio del vicino, ignorando la trave che è conficcata nel proprio.

Le mie convinzioni poi si rafforzano quando leggo il rapporto dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, relativo al 2006: gli Stati Uniti hanno raggiunto il 57% di rifiuti riciclati che non finiscono in discarica, mentre l’Italia penso sia ferma al di sotto del 30%, praticamente la metà. Con punte che toccano lo zero per cento a Napoli, ovviamente. Per non parlare delle notizie che ogni giorno ci danno come “fanalino di coda” nella gestione delle emissioni inquinanti. La morale è che molti di quelli che hanno sottoscritto il protocollo, sono ancora alle parole e stanno pensando a come migliorare il proprio livello di inquinamento, mentre chi non l’ha sottoscritto si adopera concretamente per il benessere della Nazione. Cina esclusa, s’intende. Più che un documento concreto, il Protocollo di Kyoto è diventato una farsa.

Empanadas, le invasioni ispaniche

La cucina americana, non è una novità, è piena di influenze straniere: basta farsi un veloce giro per il centro di Manhattan per rendersene conto. Ma per ovvi motivi geografici, la parte del leone oramai la fanno gli ispanici, cioè quelli che abitano dall’altra parte del confine meridionale: messicani, cubani, venezuelani, argentini e via dicendo. Una nostra amica, la scorsa settimana, ci ha fatto assaggiare le empanadas, una specie di calzoni ripieni di carne speziata. La preparazione richiede un po’ di allenamento, ma il risultato poi è tutto un programma. Sicuramente un’idea sfiziosa con cui stupire gli amici a cena, in queste sere d’estate. La variante che ti propongo è più “leggera” e veloce dell’originale, che prevede di friggere le empanadas e di cuocere la carne (il bollito) per un paio d’ore a fuoco lento. Leggi il resto di Empanadas, le invasioni ispaniche

Sempre più in alto

Sono arrivato alla soglia dei 900 articoli, ma non mi stanco mai di perfezionare queste pagine: le ho fatte più carine, le ho fatte più leggere, ma non basta. La prossima sfida che voglio affrontare si combatte su due fronti: aumentare la velocità con cui vengono mostrate le pagine da un lato, ed espandere ai nuovi dispositivi “portatili” la possibilità di navigare questo sito. Si tratta di due facce della stessa medaglia: ora che l’iPhone ed i suoi cloni stanno invadendo il mercato, l’accesso alla rete sarà sempre più mobile, e bisognerà infilare un intero sito in uno schermo grande circa 320×200 pixel, ben lontano dai quasi 2000 pixel a cui siamo abituati a casa. D’altro canto la connettività mobile non raggiunge ancora i livelli di quella casalinga: spesso si viaggia alla velocità di un vecchio modem analogico o poco più, a volte persino pagando un tot a mega scaricato. Leggi il resto di Sempre più in alto

La 500 e le faccine

Ho ritrovato nella pila di cose che vorrei recensire, un articolo apparso più di un anno fa su Repubblica: così la 500 parla nel traffico. Stando al giornalista, il guidatore avrebbe dovuto avere a disposizione un piccolo telecomando con il quale far accendere i led di un congegno posto sul lunotto posteriore, con cui dare forma a sorrisi, sguardi nervosi, pollice in su o verso, eccetera. L’idea di ringraziare qualcuno, salutarlo o, magari, mandarlo a quel paese, non era malvagia. Ma che io sappia poi il progetto è stato accantonato: non ho visto molte 500 in giro, quando ero in Italia, ma quelle poche non erano munite del diabolico dispositivo di comunicazione. Forse gli ingegneri avranno pensato: già gli italiani alla guida sono stressati, figuriamoci se li facciamo comunicare a gesti!

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