due chiacchiere

Rivedersi in Trentino dopo 13 anni

Concludo oggi questa (lunga) serie di pensieri sparsi raccolti durante la mia recente visita in Italia. Un viaggio inusuale, che mi ha condotto dai piccoli borghi toscani alla capitale dello Stivale, passando dalle valli del Trentino. Qui ho avuto modo di riabbracciare i miei amici Trap e Fly dopo un’assenza di ben 13 anni e passa: l’ultima volta ci eravamo visti quando erano venuti a trovarci per stare con noi tra le colline del New Jersey nel 2012. I pochi giorni in compagnia sono volati in un lampo, ma d’altro canto il tempo sembra sempre scorrere troppo velocemente quando si sta bene insieme. Io mancavo dalle valli del Trentino da quasi vent’anni, ed anche rivedere quei posti è stato quello che io spesso chiamo un massaggio per l’anima.

Nel fine settimana mi hanno portato a fare una passeggiata tra le sculture di Arte Sella, che ti consiglio caldamente di visitare, se ti trovi da quelle parti. Un percorso di circa cinque chilometri tra i boschi, lungo il quale potrai ammirare delle sculture in legno progettate per entrare in simbiosi con la natura circostante. Dai lupi alla cattedrale vegetale, rimarrai a bocca aperta osservando come la creatività dei vari artisti sia espressa in maniera così originale. Ti riporto la descrizione della filosofia del progetto dal loro sito:

Centinaia di artisti internazionali si sono avvicendati nel corso del tempo, invitati ad interpretare lo spirito del luogo ed a restituire, tramite uno sguardo originale ed ispirato, opere d’arte in continua trasformazione. Le opere realizzate da questi artisti si caratterizzano, oltre che per la capacità di conservare una propria riconoscibile ma non estranea fisionomia, per una diversa disposizione rispetto al tempo, che non è più quello rettilineo e senza decrementi, convenzionale della storia dell’arte, bensì quello, vitalmente deperibile, delle stagioni e delle mutazioni naturali, sosteneva Vittorio Fagone nel 2009.

A partire dalla sua fondazione, nel 1986, Arte Sella si è contraddistinta nel panorama artistico internazionale per due tratti distintivi. Innanzitutto, le opere nascono da una forte relazione che l’artista instaura con il territorio, con le sue caratteristiche naturali ma anche con la sua complessità sociale ed antropologica. Solo da questa relazione inizia il processo che, attraverso le diverse fasi di ideazione, progettazione e realizzazione porta un’opera ad essere inserita nel contesto naturale. In secondo luogo, così come accade per ogni essere vivente, anche le opere vengono inscritte nel ciclo della natura, che negli anni le fa proprie, le trasforma e ne completa lo sviluppo.

Ovviamente il cibo locale ha fatto da cornice al nostro incontro: dai canederli con lo speck assaggiati caldi caldi appena sceso dal treno, alla polenta con funghi, salsiccia e formaggio che ci ha riscaldati dopo la passeggiata tra i paesaggi innevati dell’Arte Sella, dal minestrone di lenticchie di Trap alla pizza di scarola e torta di mele di Fly. Ma per me, avrebbero potuto servirmi anche un semplice piatto di pasta con aglio ed olio (spremuto fresco fresco dalle olive raccolte nelle campagne di Trap), e sarei stato assolutamente felice. Perché anche il piatto più semplice e povero della tradizione culinaria italiana non teme confronti con le salsette industriali americane. Come spiegavo ai miei amici, già il fatto che sulle confezioni di formaggio a stelle e strisce debbano scrivere “made with real cheese“, la dice tutta sulle schifezze che ci propinano dall’altra parte dell’oceano.

La sera abbiamo rispolverato un gioco di carte che, ai tempi dell’università, era un mio passatempo preferito, il burraco. Trap ha fatto incetta di pinelle, jolly e scale, e non ha avuto pietà nei confronti di noi comuni mortali che arrancavamo nello scendere qualche carta per raggranellare qualche punto. Quanti bei ricordi hanno fatto riaffiorare quelle partite: ricordi di un tempo spensierato, di serate passate a chiacchierare di mille argomenti senza mai stancarsi, tra amici genuini che oggi, in quest’America divisa in cui tutti abbiamo paura di tutti, non riuscirei più a trovare.

L’ultimo giorno siamo andati a visitare il Castello del Buonconsiglio, dove ho scoperto la storia di Cesare Battisti, uno dei tanti italiani che si sono contraddistinti nella storia del Belpaese per aver combattuto per una società più giusta ed equa. L’ennesimo esempio di come l’egoismo degli uomini sia stata la causa di morti inutili per il possesso di un pezzo di terra. Una storia che mi ricordava fin troppo eventi ben più recenti, come la guerra tra Russia ed Ucraina, in cui si sono perse centinaia di migliaia di vite per il controllo del Donbass. A dimostrazione del fatto che dagli avvenimenti del passato non impariamo mai nulla.

Per fortuna, prima di partire, abbiamo pranzato al ristorante Bouganville, dove sul menù avevano nientepopodimeno che la pizza Giorgia 😍. Scherzi a parte, sono stato proprio bene in questi giorni in compagnia. Lo so, chi si trova a combattere tutti i giorni contro il sistema, ha una percezione diversa dalla mia del Belpaese, e sono consapevole della mia visione distorta basata su quello che riportano i giornali (viva l’agenda setting), ma tornare è sorprendentemente sempre più piacevole.

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Commenti

  1. Trap ha scritto:

    È stata davvero una bella rimpatriata per te, per fortuna che negli USA costa troppo l’operazione con il laser 😆, hai avuto un’eccellente scusa per tornare nell’italico suolo.

    Per quando riguarda il punto di vista finale, è proprio vero il detto: “l’erba del vicino è sempre più verde”. Purtroppo si tende sempre più ad enfatizzare solo le cose negative, dimenticando che ci sono anche quelle belle.

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