due chiacchiere

Archivio degli articoli in cartoline, pagina 6

Altro che protocollo di Kyoto

Leggo spesso gente che critica gli Stati Uniti perché non hanno voluto firmare il procollo di Kyoto, all’epoca. Ho già espresso a suo tempo come la penso in merito. E le mie convinzioni si rafforzano quando leggo su ecoblog che la città di New York ha deciso di sostituire le lampade a bulbo dei principali ponti, con le più economiche e durature lampade a led. Si parte dal ponte di Verrazano, che è tra l’altro uno dei miei preferiti: imponente ed elegante, si fa notare per quell’aria aristocratica che lo contraddistingue. Leggi il resto di Altro che protocollo di Kyoto

San Francisco multietnica

Questa è l’impressione che ho ricevuto girando per alcuni quartieri della famosa città californiana. Sia nell’architettura che nel modo di fare della gente. Camminando un po’ si passa dal quartiere cinese a quello italiano, dall’area economica con i grattacieli a quella del divertimento e della gente dai vestiti d’altri tempi. La sensazione che ti lascia è completamente diversa da quella di New York: nella città dell’economia mondiale si corre, si guadagna, ci si stressa; nella città dal perenne clima temperato invece si respira un certo rilassamento e la voglia di godersi la vita al di là del lavoro. Leggi il resto di San Francisco multietnica

I Giapponesi a San Francisco

Se ti chiedessi di dirmi dov’è stata scattata la foto qui sotto, probabilmente risponderesti in Giappone o Cina. Mai potresti immaginare che invece la porta ritratta si trova nel bel mezzo di San Francisco. Si tratta dei Giardini Giapponesi del Te, un parco gigantesco costruito ad immagine e somiglianza dei giardini d’oriente, fin nei più piccoli particolari. Con soli 4 dollari è possibile varcare la soglia tra le due civiltà, e ritrovarsi immersi come per magia nei profumi e nei sapori veraci del Giappone. Con i suoi fiori, le sue pagode, le statue del Buddha ed i laghetti pieni di carpe.

Porta di ingresso tipica giapponese

Il molo del pescatore

Per chi è innamorato del mare come me, in tutte le sue declinazioni, San Francisco offre infinite possibilità di saziare la propria sete di salsedine. Uno dei posti più caratteristici è sicuramente il Molo del Pescatore (che se detto all’inglese, Fisherman’s Wharf, fa molto più effetto), in cui l’odore dei granchi giganti bolliti si mescola con il suono dei gabbiani appollaiati sulle barche, e quello di un trombettista di strada che allieta i passanti con qualche nota di jazz. A pochi passi le bancarelle vendono di tutto, dalle macchine fotografiche digitali a prezzi stracciati, alle magliette, fino al tipico pane scavato e riempito di polpa di granchio. Un posto unico al mondo, il Wharf.

l'insegna al centro della piazza, con il nome della zona

Attraversare il cancello d’oro

Continuo con la rassegna fotografica che riassume il breve viaggio a San Francisco di qualche settimana fa. Una delle cose che non puoi assolutamente mancare di visitare, è il Golden Gate: non certo uno dei ponti più imponenti realizzati dall’ingegno umano, ma sicuramente uno dei più conosciuti ed affascinanti. A due passi dall’isola di Alcatraz, famoso penitenziario di massima sicurezza degli anni Cinquanta, la vista che si può ammirare stando sull’altra sponda è veramente unica: il ponte in primo piano e la città come sfondo. Nota pratica: prepara otto dollari per attraversare questo prodigio della tecnica.

il ponte d'oro

Una stazione paralizzata

No, stavolta non voglio parlare dei soliti problemi delle Ferrovie Italiane, che l’attuale Grande Capo Generale dice di voler risolvere entro i prossimi quattro anni (mentre il resto d’Europa viaggia a velocità più che doppia). Mi riferivo, nel titolo, all’evento che si è svolto un paio di mesi fa a pochi passi da dove ultimamente mi trovo a passare sempre più spesso: la stazione Grand Central di New York, uno degli snodi ferroviari più trafficati della City. Organizzato da alcuni aderenti al movimento “Improv everywhere” (che si potrebbe tradurre, secondo me, improvvisazione ovunque), lo spettacolo consisteva semplicemente nel fermarsi per alcuni minuti, qualsiasi cosa si stesse facendo. Il risultato, come puoi immaginare, deve essere stato elettrizzante. Leggi il resto di Una stazione paralizzata

Giorno dopo giorno

Ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone se non vuole essere mangiata. Ogni mattina, in Africa, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella se non vuole morire di fame. Ogni mattina, in Africa, non è importante che tu sia gazzella o leone, l’importante è che tu incominci correre. Qui in America le cose non sono poi così differenti: mi viene un capogiro quando osservo l’incredibile quantità di energia messa in campo tutti i giorni per spostare migliaia di persone da un posto all’altro. Metropolitane, autobus, treni, automobili:  le persone corrono, ognuno verso la propria destinazione.

i palazzi e la gente di una mattina a manhattan

Tipica casetta dei sobborghi

Sono passate già due settimane da quando sono arrivato “in quest’altro mondo”, ed ancora non ho potuto pubblicare neppure una foto. Il motivo è presto detto: non avevo il caricabatterie per le stilo della macchina fotografica. Ora ne ho preso uno su Amazon che è utilizzabile sia tramite il computer che attaccato direttamente ad una presa di corrente, così la mia macchinetta digitale è tornata in vita ed ha ripreso a scattare. Per la rubrica “Intervallo Americano” (ricordi i mitici intervalli Rai con le foto delle città d’Italia?) ti propongo oggi la vista che ho io dalla camera del computer. Sperando che il mio vicino di casa non se la prenda troppo. Leggi il resto di Tipica casetta dei sobborghi

Torna in cima alla pagina