due chiacchiere

Archivio degli articoli in ripostiglio, pagina 11

Il credit score americano per il mutuo

Già ne avevo parlato nel lontano 2011, ma come dicevano gli antichi romani, repetita iuvant, no? Mi riferisco al concetto del “punteggio del credito” che ogni cittadino americano si ritrova assegnato dagli istituti di credito in una banca dati nazionale. Un numero che rappresenta la capacità di un debitore di far fronte ai propri impegni finanziari, in base alla sua storia creditizia. La banca dati ha una memoria da elefante, e conosce tutto, ma proprio tutto, della tua situazione economica: quante carte di credito hai attive, quanti fidi, l’ammontare del tuo mutuo e del tuo stipendio, quante volte hai fatto domanda per aprire linee di credito, e via dicendo. Il famigerato numerino va da 300 (persona inaffidabile) a 850 (Paperon de’ Paperoni), con la maggior parte degli americani situati intorno ai 600 punti. Leggi il resto di Il credit score americano per il mutuo

La segnaletica stradale americana

Gli americani, si sa, hanno la fissazione di doversi distinguersi dal resto del mondo in ogni aspetto della vita quotidiana. Qui le distanze non si misurano in centimetri e kilometri come nella maggior parte del mondo, ma in pollici e miglia; le date si scrivono la contrario, con il mese prima del giorno (per la felicità di chi deve programmare tutti i sistemi americani); le ore si contano con il suffisso “am” e “pm”, invece che avere un orario fatto di 24 ore come Dio comanda. Potrei continuare quest’elenco ancora per un po’, ma oggi vorrei soffermarmi sulla segnaletica stradale, e scrivere un post che possa essere utile ai turisti che si accingono a noleggiare un’automobile nel Paese a stelle e strisce. Perché a parte lo STOP, la maggior parte degli altri cartelli sono, ancora una volta, completamente diversi dal resto del mondo. Leggi il resto di La segnaletica stradale americana

Costco, il negozio dove tutto è più grande

Ricordo quando abitavamo in Toscana, c’era un mercatone chiamato La Metro, se non erro riservato a coloro che avessero una partita iva, dove era possibile comprare prodotti all’ingrosso. All’epoca non ebbi mai il piacere di visitare quel negozio, ma è quello a cui penso ogni volta che varco la soglia di Costco, il supermercato all’ingrosso americano per eccellenza. Sunshine ci va un paio di volte al mese (specialmente con questo caro prezzi!) a comprare carne e frutta, che onestamente sono di qualità spesso migliore (a parità di prezzo) di quella che trovi allo ShopRite. E così, dopo averti portato a mangiare nei vari fast food del Paese a stelle e strisce, mi è venuta l’idea di tornare ad esplorare altre catene della grande distribuzione. Costco è relativamente giovane, nato soltanto agli inizi degli anni ’80 con il nome Kirkland, il che spiega perché i prodotti “non di marca” che vendono, sono commercializzati sotto questo marchio. Apprendo da Wikipedia che hanno punti vendita persino in Francia e Spagna (chissà perché non in Italia), per un totale di circa 800 sparsi per il resto del mondo. Leggi il resto di Costco, il negozio dove tutto è più grande

Chi si ricorda la mappa della blogosfera?

Oramai da mesi ho finito di fare il grosso della pulizia tra i collegamenti rotti del blog, ma ancora di tanto in tanto ne sbuca qualcuno nell’elenco generato dal plugin che tiene la situazione sotto controllo. L’altro giorno, ad esempio, mi ha segnalato questo post del 2010, in cui parlavo dell’ennesima mappa autoreferenziale della blogosfera italiana, generata da Vincenzo Cosenza. Con mia grande sorpresa, ho scoperto che quel sito è ancora attivo e conserva la versione originale della mappa in questione. Erano i tempi di Blogbabel, delle barrette di Liquida installate in cima ai blog come simbolo di appartenenza ad una tribù elitaria e sofisticata, degli antipixel di Alexa e soci nel piè di pagina, dei Barcamp organizzati in giro per l’Italia da entusiasti di tutte le età. Che ne sanno oggi i giovani inebriati dalle effimere danze di Tik Tok e dai filtri di Snapchat, inondati da un feed disumano creato da algoritmi intelligenti che provano a venderci idee e prodotti di ogni tipo. Quelle mappe, tanto riverite quanto discusse, erano il simbolo di un cambiamento culturale, del web partecipativo duepuntozero, di quell’ingenua esaltazione per la novità che ancora non capivamo. Bei tempi, davvero. Leggi il resto di Chi si ricorda la mappa della blogosfera?

JoAnn e Michaels, per liberare l’artista che è in te

Riprendo dopo qualche settimana di pausa il viaggio alla scoperta dei negozi d’America. Finora abbiamo esplorato molte delle catene che potrebbe essere utile conoscere quando si è in vacanza da queste parti: dai supermercati alle farmacie, dal cinema al ristorante, non dovrebbe mancare proprio nulla. Così oggi ho pensato di cambiare registro, e portarti a scoprire un paio di negozi che sono tornati comodi in questi due anni di pandemia. JoAnn e Michaels si rivolgono a coloro che hanno una passione per l’arte ed il cucito (crafts, in inglese), ed offrono un’ampia scelta di prodotti per soddisfare la più fantasiosa vena creativa. Perché comodi durante la pandemia? Perché trovare stoffa per fare le mascherine nei primi mesi era davvero impossibile, e JoAnn si organizzò per distribuire gratuitamente scampoli di stoffa a chi ne avesse bisogno. Tutti i negozi erano chiusi durante il lockdown, e l’unico modo era stare in fila fuori dalla porta, dove una signora usciva e distribuiva gli ordini inviati tramite il sito. Leggi il resto di JoAnn e Michaels, per liberare l’artista che è in te

Un fine settimana da scrutatore elettorale

Era dai tempi in cui abitavo in Italia che desideravo provare l’ebbrezza di essere dall’altra parte del tavolo durante le elezioni nazionali, ma a quanto pare la lista d’attesa nel Belpaese è così lunga che passano decenni prima che ti chiamino. Al contrario, qui ti prendono subito, perché a quanto pare nessuno vuole fare questo “mestiere” per la misera paga di 200 dollari (circa 13 dollari all’ora), specialmente i giovani che lavorano e devono bruciare un giorno di ferie. Così in genere vedi arzilli vecchietti in pensione che non hanno nulla di meglio da fare, e che a parte l’obolo per arrotondare la mensilità che ricevono dal governo, sfruttano l’occasione per fare qualcosa di diverso ed interessante un paio di giorni all’anno. Nell’ormai lontano 2017 spedii la domanda per essere inserito nelle liste degli scrutatori della mia provincia, e con mia grande sorpresa mi chiamarono immediatamente. Leggi il resto di Un fine settimana da scrutatore elettorale

La ristorazione veloce a stelle e strisce

Quando decisi di intraprendere questo viaggio tra i negozi americani in una notte buia e tempestosa di Febbraio (vabbè, lo sai che mi piace essere drammatico di tanto in tanto), non immaginavo di poter scovare così tanti spunti da condividere con i miei piccoli lettori. E così quella che era nata come una miniserie di pochi post si è trasformata in una nuova categoria del blog, che d’ora in avanti userò come scatola dei ricordi per tener traccia di curiosità sull’America in cui mi imbatto durante le mie perenigrazioni quotidiane. La volta scorsa abbiamo messo piede in un Olive Garden, che nell’immaginario americano rappresenta l’incarnazione della ristorazione italiana per eccellenza. Ma non tutti i turisti hanno la possibilità di sedersi a cena tranquillamente, nel ritmo frenetico imposto dalla tabella di marcia. Allora non rimane che entrare in una catena di fast food, sempre presenti nell’immaginario collettivo di come si alimentano gli americani. Leggi il resto di La ristorazione veloce a stelle e strisce

Olive Garden, la cena italiana vista dagli americani

Tre settimane fa ti ho dato un elenco dei bar commerciali dove poter fare una buona colazione prima di affrontare la lunga e faticosa giornata da turista nel Paese a stelle e strisce. Dopo aver macinato chilometri a piedi gironzolando per le vie dei luoghi che stai visitando, non c’è nulla di meglio che mettere le gambe sotto un tavolino… italiano. Almeno stando a quello che gli esperti del marketing di Olive Garden vogliono far credere agli americani che vanno a mangiare in questa catena di ristoranti. A partire dalla facciata: tutti i ristoranti sono costruiti seguendo le stesse identiche linee architettoniche, dalla California al Maine, come mostra la foto qui sotto. Nata nei primi anni ottanta in Florida, oggi conta quasi mille location sparse su tutto il territorio nazionale, ed offre praticamente lo stesso menù ovunque, inclusi i famosi bastoncini di pane (non grissini) cosparsi di burro ed aglio, di cui puoi mangiarne quanti ne vuoi. Leggi il resto di Olive Garden, la cena italiana vista dagli americani

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