Ora che il tema del sito ha raggiunto una certa stabilità estetica, posso iniziare la seconda fase dei lavori di ristrutturazione, e dedicarmi alla pulizia dei contenuti. Eh già, perché dopo tutti questi anni, le tecnologie del web sono cambiate eccome, e qui siamo ancora all’età della pietra. Basti pensare che quando questo blog è nato, l’iPhone ancora neppure esisteva, e che un codice di Macromedia Flash era l’unico modo per inserire video all’interno di un sito. La tecnologia XHTML 1.0 si stava ancora espandendo, e tutti eravamo a parlare del cosiddetto Web due-punto-zero. Quanto ciarpame, quanto vecchiume! Così mi sono tuffato in questa missione da archeologo digitale, per scovare, scrostare e restaurare quel centinaio di articoli che ancora usano codici antiquati, e che quindi non funzionano più (come appunto il tag Macromedia di cui dicevo). Nel frattempo ne sto approfittando per mettermi in casa alcuni dei video in questione, attualmente ospitati su YouTube. Leggi il resto di Giochiamo al piccolo archeologo digitale
Archivio degli articoli in riflessioni, pagina 3
Mamma, mi si è sgonfiato il bitcoin
Non so quanto sia popolare l’argomento bitcoin in Italia, molto raramente vedo notizie in merito sulla stampa nazionale. Qui in America, da circa un anno a questa parte, è diventato sia oggetto di grandi discussioni accademiche, che di chiacchiere da bar. L’uomo della strada, che a stento capisce come accendere un computer, qui oggi sa che un bitcoin è una moneta digitale franca, non emessa da nessuna banca, ma creata tramite sofisticati algoritmi informatici. Una moneta che giganti della distribuzione (principalmente nell’ambito dell’elettronica) hanno adottato come metodo di pagamento per i loro prodotti e servizi: Microsoft, Dell, Overstock, e via dicendo. Incuriosito da questo trend, l’anno scorso ho iniziato ad acquistare qualche spicciolo di bitcoin. Leggi il resto di Mamma, mi si è sgonfiato il bitcoin
Meglio Drupal o WordPress?
Qualche settimana fa mi è stato chiesto di tradire il mio partner, ed io a malincuore ho deciso di accettare la sfida. No, non sto parlando di sunshine ovviamente, ma del sistema di gestione dei contenuti con cui sono sposato da più di otto anni oramai, WordPress. Un amico mi ha proposto di aiutarlo a sviluppare un progetto in Drupal, una piattaforma nata nel lontano 2001 e che da allora non ha mai conosciuto una grande popolarità, al contrario del gioiello di casa Automattic. Da tempo immemore si dice che il problema principale di questo sistema è la curva di apprendimento: mentre con WordPress (o persino con Joomla!) basta qualche giorno per familiarizzare con l’interfaccia, la goccia con gli occhiali (il logo di Drupal) richiede un livello di conoscenze più elevato già in partenza, e la scalinata per giungere in cima è ben più lunga e faticosa. Leggi il resto di Meglio Drupal o WordPress?
Il vero vincitore di Apple contro Samsung
Sono contento, sono davvero contento per la sentenza che una corte americana ha pronunciato qualche giorno fa a conclusione del lungo processo che ha visto Apple e Samsung scontrarsi su questioni di brevetti, di aspetto estetico dei rispettivi telefonini intelligenti ed altro. No, non strabuzzare gli occhi, hai letto proprio bene. E prima che qualcuno dia la colpa all’avanzare della senilità, vorrei precisare che non mi sono bevuto il cervello. La mia felicità deriva da un’analisi più dettagliata di questa sentenza, che secondo molti osservatori spingerà i produttori nelle braccia di mamma Microsoft e del suo nuovo sistema operativo mobile, facendoli allontanare dal campo minato che sembra essere diventata tutto d’un tratto la galassia Android. Questa ipotesi sembra confermata dal balzo del 6% in poco tempo delle azioni Nokia, che dopo aver perso la corona di regina del settore, ha sposato lo scorso anno la tecnologia di Redmond. All’epoca fu una mossa molto criticata, e mentre io sostenevo che i Finlandesi avevano visto giusto, la gente già scolpiva lapidi in suo ricordo. Oggi, ad un anno e mezzo di distanza, i biondini del nord Europa ridono sotto i baffi, e si preparano ad un ritorno in grande stile.
Europa e web: fatta la legge, trovato l’inganno
Da qualche mese è entrata in vigore, in maniera del tutto inosservata, una direttiva europea che potrebbe rischiare di cambiare per sempre il modo in cui i cittadini del Vecchio Continente navigano in rete. Strano che quando il precedente governo Berlusconi propose quella che fu subito ribattezzata la “legge bavaglio”, in rete si scatenò il finimondo, inclusi scioperi virtuali, fiumi d’inchiostro sulle prime pagine dei giornali nazionali e chi più ne ha, più ne metta; mentre per quest’iniziativa comunitaria l’opinione pubblica sia stata completamente lasciata al buio.
La legge del biscotto (o cookie law, per usare il soprannome inglese dall’intrigante doppio senso) obbliga qualsiasi azienda con un sito web rivolto a cittadini dell’Unione a richiedere loro il permesso prima di “installare un cookie” sul loro computer. L’iniziativa, certamente lodevole nella teoria, mira a difendere il diritto alla riservatezza dei visitatori, ma rischia di affossare il già provato mercato delle transazioni online. Leggi il resto di Europa e web: fatta la legge, trovato l’inganno
La cattedrale ed il bazaar
I miei lettori più giovani e quelli a digiuno d’informatica probabilmente non ne avranno mai sentito parlare, ma circa quindici anni fa un tale di nome Eric Raymond pubblicò un saggio intitolato La Cattedrale ed il Bazaar, in cui categorizzava i due grandi filoni dello sviluppo software: quello che parte dall’alto, con un’entità a capo dei lavori e tanta manovalanza che esegue gli ordini, e quello che parte dal basso, con una comunità che discute e decide quale implementazione seguire.
Nel modello a Cattedrale, ci spiega Wikipedia, il programma viene realizzato da un numero limitato di “esperti” che provvedono a scrivere il codice in quasi totale isolamento. Il progetto ha una suddivisione gerarchica molto stretta e ogni sviluppatore si preoccupa della sua piccola parte di codice. Nel modello a Bazaar il codice sorgente della revisione in sviluppo è disponibile liberamente, gli utenti possono interagire con gli sviluppatori e se ne hanno le capacità possono modificare e integrare il codice. Lo sviluppo è decentralizzato e non esiste una rigida suddivisione dei compiti, un programmatore di buona volontà può modificare e integrare qualsiasi parte del codice. Leggi il resto di La cattedrale ed il bazaar
Antitrust: due pesi e due misure?
Sono passati circa dieci anni da quando l’Antitrust americana, suscitando un gran clamore all’epoca (e facendo gongolare i manichei seguaci di mela e pinguino), sanzionò Microsoft per la pratica “scorretta” di fornire assieme ai propri sistemi operativi il programma Internet Explorer come browser predefinito e non rimovibile. Per il gigante di Redmond fu un colpo duro da incassare, ma come spesso capita con le punizioni severe, ha avuto il beneficio di portare l’azienda di Bill Gates sulla retta via: sul fronte dei sistemi operativi basta confrontare Windows 98 con Windows 7 per rendersene conto.
In un mondo dove il candido logo della Mela brilla di un’aura quasi celestiale dietro le vetrine dei negozi, e dove Google si sforza quotidianamente di non farci pensare alla mole di nostri dati in suo possesso, io sono pronto a sostenere una compagnia che non abbia paura di farsi cattiva quando il gioco si fa duro. Ed il recente lancio di Surface lascia intuire che Microsoft è tornata sul ring a combattere per la prima volta dall’inizio del nuovo millennio. Leggi il resto di Antitrust: due pesi e due misure?
Le mie prigioni… digitali
Un tempo era Silvio Pellico, per chi ancora se lo ricorda, a fare un resoconto della sua esperienza da detenuto in quella che oggi sarebbe la Repubblica Ceca. A più o meno duecento anni di distanza, le cose potrebbero essere raccontate praticamente allo stesso modo, sostituendo gli utenti delle varie piattaforme tecnologiche ai moti carbonari, e le maggiori aziende informatiche ai vari dittatori ed imperatori dell’epoca. Due settimane fa, Steve Wozniak, nientepopodimeno che co-fondatore di Apple, ha lanciato un appello pubblico affinché l’azienda si decida ad aprire le sue piattaforme agli sviluppatori, dando loro l’opportunità di manipolarle, personalizzarle e, perché no, innovarle. Leggi il resto di Le mie prigioni… digitali