due chiacchiere

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La legge del biscotto, dieci anni dopo

Qualche settimana fa mi è capitato di rileggere un mio vecchio post del 2012 in cui parlavo della neonata legge del biscotto, ovvero la Cookie Law, come era stata ribattezzata all’epoca. Così mi è venuta in mente di andare a vedere come siamo combinati a dieci anni di distanza da quel fatidico evento. I bene informati si ricorderanno che qualche anno dopo fu il turno della famigerata GDPR, una normativa che sulla carta mira a tutelare i dati personali dei cittadini europei, ma che in pratica ha finito per aggiungere, a mio modesto parere, solo tanta burocrazia per coloro che sono obbligati a seguire i dettami di questa legge, e noiosissimi avvisi per i naviganti che per istinto, diciamoci la verità, accettiamo automaticamente. Sfortunatamente, alla faccia della normativa, tutti sappiamo cosa succede quando chiacchieriamo con i nostri amici dell’ultimo SUV uscito sul mercato mentre Alexa ci ascolta taciturna: non appena apriamo un browser, vediamo le varie réclame che cercano di venderci un’automobile. Alla faccia della privacy. Leggi il resto : La legge del biscotto, dieci anni dopo

Alexa va in pensione

Probabilmente i più giovani che leggono il titolo di questo post penseranno d’istinto all’assistente digitale di casa Amazon, la vocina racchiusa in quei piccoli altoparlanti intelligenti che oramai tutti abbiamo persino in bagno. Ad andare in pensione non è la suadente voce che ti snocciola le previsioni meteo a comando, ma piuttosto un servizio che noi vecchi bacucchi della blogosfera usavamo quasi quotidianamente per studiare le mode, le tendenze e per conoscere il nostro piazzamento all’interno di questa fantomatica classifica mondiale di gradimento. Già, noi che avevamo quelle piccole immaginette (non ricordo più come le chiamavano) nel piè di pagina ad indicare i vari standard a cui si affidava il blog, la licenza aperta e spesso il famigerato Traffic Rank calcolato proprio da Alexa Internet. Leggi il resto : Alexa va in pensione

Suggerimenti pratici per blogger

Finora sono riuscito a far fede al mio buon proposito di scrivere un post al giorno, esclusi i fine settimana. Un modo per tenere viva quella motivazione iniziale che mi ha spinto a riaprire. Mi chiedo se i miei piccoli lettori (cit. Carlo Collodi) hanno già la nausea, ed ignorano le notifiche del loro lettore RSS per questo blog, sfiancati dal ritmo incalzante di pubblicazione. Per questo, comunque, sospendo le trasmissioni nel fine settimana: per darti modo di riprendere fiato, per evitare di aggiungere un altro fattore di stress alla tua vita già così intensa e piena di cose da fare 🙂 Per me è l’occasione per rimuginare sugli argomenti di cui parlare, per spulciare nella mia mente tra le esperienze ed i pensieri di questi ultimi sette anni in cui non ci eravamo sentiti. L’altro giorno Nicola, l’inquilino di kOoLiNuS, mi ha passato un link ad un post, in cui l’autore mette insieme un elenco di pratici suggerimenti per continuare a scrivere un intervento al giorno. Così ho deciso di adattarlo e conservarlo nel mio blog: sono certo che mi tornerà comodo prima o poi. Leggi il resto : Suggerimenti pratici per blogger

Giochiamo al piccolo archeologo digitale

Ora che il tema del sito ha raggiunto una certa stabilità estetica, posso iniziare la seconda fase dei lavori di ristrutturazione, e dedicarmi alla pulizia dei contenuti. Eh già, perché dopo tutti questi anni, le tecnologie del web sono cambiate eccome, e qui siamo ancora all’età della pietra. Basti pensare che quando questo blog è nato, l’iPhone ancora neppure esisteva, e che un codice di Macromedia Flash era l’unico modo per inserire video all’interno di un sito. La tecnologia XHTML 1.0 si stava ancora espandendo, e tutti eravamo a parlare del cosiddetto Web due-punto-zero. Quanto ciarpame, quanto vecchiume! Così mi sono tuffato in questa missione da archeologo digitale, per scovare, scrostare e restaurare quel centinaio di articoli che ancora usano codici antiquati, e che quindi non funzionano più (come appunto il tag Macromedia di cui dicevo). Nel frattempo ne sto approfittando per mettermi in casa alcuni dei video in questione, attualmente ospitati su YouTube. Leggi il resto : Giochiamo al piccolo archeologo digitale

Mamma, mi si è sgonfiato il bitcoin

Non so quanto sia popolare l’argomento bitcoin in Italia, molto raramente vedo notizie in merito sulla stampa nazionale. Qui in America, da circa un anno a questa parte, è diventato sia oggetto di grandi discussioni accademiche, che di chiacchiere da bar. L’uomo della strada, che a stento capisce come accendere un computer, qui oggi sa che un bitcoin è una moneta digitale franca, non emessa da nessuna banca, ma creata tramite sofisticati algoritmi informatici. Una moneta che giganti della distribuzione (principalmente nell’ambito dell’elettronica) hanno adottato come metodo di pagamento per i loro prodotti e servizi: Microsoft, Dell, Overstock, e via dicendo. Incuriosito da questo trend, l’anno scorso ho iniziato ad acquistare qualche spicciolo di bitcoin. Leggi il resto : Mamma, mi si è sgonfiato il bitcoin

Meglio Drupal o WordPress?

Qualche settimana fa mi è stato chiesto di tradire il mio partner, ed io a malincuore ho deciso di accettare la sfida. No, non sto parlando di sunshine ovviamente, ma del sistema di gestione dei contenuti con cui sono sposato da più di otto anni oramai, WordPress. Un amico mi ha proposto di aiutarlo a sviluppare un progetto in Drupal, una piattaforma nata nel lontano 2001 e che da allora non ha mai conosciuto una grande popolarità, al contrario del gioiello di casa Automattic. Da tempo immemore si dice che il problema principale di questo sistema è la curva di apprendimento: mentre con WordPress (o persino con Joomla!) basta qualche giorno per familiarizzare con l’interfaccia, la goccia con gli occhiali (il logo di Drupal) richiede un livello di conoscenze più elevato già in partenza, e la scalinata per giungere in cima è ben più lunga e faticosa. Leggi il resto : Meglio Drupal o WordPress?

Il vero vincitore di Apple contro Samsung

Sono contento, sono davvero contento per la sentenza che una corte americana ha pronunciato qualche giorno fa a conclusione del lungo processo che ha visto Apple e Samsung scontrarsi su questioni di brevetti, di aspetto estetico dei rispettivi telefonini intelligenti ed altro. No, non strabuzzare gli occhi, hai letto proprio bene. E prima che qualcuno dia la colpa all’avanzare della senilità, vorrei precisare che non mi sono bevuto il cervello. La mia felicità deriva da un’analisi più dettagliata di questa sentenza, che secondo molti osservatori spingerà i produttori nelle braccia di mamma Microsoft e del suo nuovo sistema operativo mobile, facendoli allontanare dal campo minato che sembra essere diventata tutto d’un tratto la galassia Android. Questa ipotesi sembra confermata dal balzo del 6% in poco tempo delle azioni Nokia, che dopo aver perso la corona di regina del settore, ha sposato lo scorso anno la tecnologia di Redmond. All’epoca fu una mossa molto criticata, e mentre io sostenevo che i Finlandesi avevano visto giusto, la gente già scolpiva lapidi in suo ricordo. Oggi, ad un anno e mezzo di distanza, i biondini del nord Europa ridono sotto i baffi, e si preparano ad un ritorno in grande stile.

Europa e web: fatta la legge, trovato l’inganno

Da qualche mese è entrata in vigore, in maniera del tutto inosservata, una direttiva europea che potrebbe rischiare di cambiare per sempre il modo in cui i cittadini del Vecchio Continente navigano in rete. Strano che quando il precedente governo Berlusconi propose quella che fu subito ribattezzata la “legge bavaglio”, in rete si scatenò il finimondo, inclusi scioperi virtuali, fiumi d’inchiostro sulle prime pagine dei giornali nazionali e chi più ne ha, più ne metta; mentre per quest’iniziativa comunitaria l’opinione pubblica sia stata completamente lasciata al buio.

La legge del biscotto (o cookie law, per usare il soprannome inglese dall’intrigante doppio senso) obbliga qualsiasi azienda con un sito web rivolto a cittadini dell’Unione a richiedere loro il permesso prima di “installare un cookie” sul loro computer. L’iniziativa, certamente lodevole nella teoria, mira a difendere il diritto alla riservatezza dei visitatori, ma rischia di affossare il già provato mercato delle transazioni online. Leggi il resto : Europa e web: fatta la legge, trovato l’inganno

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