Qualche settimana fa riflettevo sull’anacronisticità della festa della donna, che tra guerre e quant’altro, quest’anno è sembrata ancora più surreale del solito. E citavo un film con Paola Cortellesi che avevo visto l’anno scorso su RaiPlay, Gli ultimi saranno gli ultimi, di cui vorrei parlarti oggi, anche in occasione della festa dei lavoratori che si avvicina. La trama racconta di due storie parallele che finiscono per incrociarsi al momento opportuno, mentre sullo sfondo si delinea un ritratto desolante di un Paese che arranca ed annaspa nel mezzo di una crisi da cui non riesce ad uscire. Una pellicola che, a mio modesto parere, sottolinea come siano oramai finiti i tempi della commedia all’italiana a cui erano abituati i nostri genitori, che dipingeva un’Italia del dopoguerra contenta ed orgogliosa, sfrontata ed ingenua.
Un’Italia in cui Don Camillo e Peppone rappresentavano le colonne di un pittoresco scontro tra la cultura cattolica e benestante e quella comunista di protesta, ed offrivano la rassicurante certezza che c’era un certo ordine nel mondo. Oggi non è più così: l’occidente è diventato indecifrabile, ci sono movimenti civili, culture plurali, la destra e la sinistra si confondono, la religiosità si trasforma, la laicità e le ideologie si confrontano su altri terreni, e l’immigrazione modifica il nostro modo di guardare noi stessi e gli altri. Ed il cinema non può far altro che tenersi al passo con i tempi. Gli ultimi saranno gli ultimi: Leggi il resto »