due chiacchiere

Archivio degli articoli in corso d'inglese, pagina 13

In inglese non si fa, si va

Nella vecchia fattoria, ia, ia, oh! Chi non ha mai cantato almeno una volta nella vita questa canzone. La corrispondente versione a stelle e strisce narra le avventure di zio McDonald (pubblicità occulta?) e dei suoi animali. La curiosità è nel modo in cui si traduce l’espressione “la mucca fa mu”, the cow goes moo. Già, l’azione di parlare viene tradotta con il verbo to go, andare. Lo stesso vale quando racconti del dialogo con il tuo amico scontroso: io lo saluto, e lui mi fa “cosa vuoi?” tutto arrabbiato. In inglese verrebbe tradotto: I say Hi, and he goes “what do you want?” very upset. Quindi non dimenticare che gli inglesi vanno, non fanno 🙂 Leggi il resto di In inglese non si fa, si va

Anche gli inglesi sbagliano

Non mi riferisco alle partite di Champions League che si stanno giocando in questi giorni, ma ad un sito divertente (non più online) in cui vengono pubblicati tutti gli strafalcioni su cartelli, segnali o pubblicità “pizzicati” in giro dagli autori e da chiunque voglia contribuire all’iniziativa. Dal mio punto di vista è un ottimo metodo per mettere alla prova il mio livello di conoscenza della lingua inglese. Il sito infatti, dopo aver presentato la foto, ne spiega l’errore ed il modo corretto in cui si sarebbe dovuta dire quella frase. Così spesso mi diverto a cercare di indovinare lo strafalcione senza sbirciare sul commento sottostante.

Cartello americano con la scritta

Un appuntamento con il barbiere

Ogni circa 45 giorni ho un appuntamento a cui non posso sottrarmi: quello con il mio barbiere. Sebbene il ragazzo del mio blog abbia il ciuffo sbarazzino, a me son sempre piaciuti i capelli corti. O meglio, da adolescente provai a farmeli crescere, ma il cespuglio che mi ritrovo sulla testa ha la tendenza a crescere alla Jackson Five, anche noto come stile afro. Allora ho due possibilità: farmi le treccioline alla Gullit oppure dare una bella sforbiciata di tanto in tanto. Qui ancora si trovano i barber shop come quello famoso del film Il principe cerca moglie, con Eddie Murphy. Entrando, probabilmente una signora alla cassa ti chiederà May I help you? e tu risponderai I would like to get my hair cut. Leggi il resto di Un appuntamento con il barbiere

Non comprarti quello che ti dico

L’universo dei modi di dire, in cui ho voluto curiosare durante questa serie di articoli sull’inglese (non mi piace chiamarle “lezioni”, lascio ad altri il compito di insegnare sul serio), è abbastanza vasto da poterci scrivere sopra almeno per un anno. Abbiamo visto ad esempio che “puoi farcela” si traduce con you can make it. Facciamo attenzione a non confonderlo con I could do with (oppure I could use a), che se letteralmente può essere tradotto con “potrei farlo con” (o potrei usare un…), in realtà significa ho bisogno di (vedi l’articolo in cui ne parlavo). Non te la sei bevuta? Peggio per te. Leggi il resto di Non comprarti quello che ti dico

Storpiando il motto di Obama

Che l’attuale Presidente degli Stati Uniti sia stato un vero e proprio fenomeno mediatico, durante la sua campagna elettorale, credo non sia necessario ricordarlo. Di questa inattesa popolarità, in un momento così difficile per l’economia, hanno deciso di approfittarne alcune grandi aziende americane, lanciando campagne pubblicitarie che si ispiravano al messaggio di Obama. Tra queste mi piace ricorda quella della Pepsi, il cui slogan era identico a quello di Obama: Yes, we can. Bisogna ricordare, in effetti, che il verbo can in inglese può assumere il significato (raramente usato, per la verità) di inscatolare, mettere in lattina. Can è infatti anche un sostantivo, e vuol dire lattina, scatoletta: ognuno di noi ha nella propria credenza un po’ di canned food. Leggi il resto di Storpiando il motto di Obama

Devi imparare questa cosa

Continua la partnership con il sito Il mio inglese, che vede ospiti i loro esperti nella mia rubrica sulle curiosità di questa lingua universale. La nostra professoressa oggi ci parla del verbo dovere. Io per primo mi confondo spesso nel tradurre questo verbo, specialmente quando sto parlando con qualcuno, ed i tempi per applicare le regole grammaticali diventano frazioni di secondo. Il problema, ci dice la prof, è che l’italiano ha un ampio spettro di significati che vengono invece coperti in maniera diversa dall’inglese. La confusione è più probabile quando si tratta della forma verbale negativa (non devo, non devi) mentre la forma positiva risulta in qualche modo più intuitiva. In entrambe le situazioni comunque, per un italiano il verbo dovere si usa indifferentemente per indicare qualcosa che è (o non è) necessario fare oppure per indicare una proibizione o un obbligo. Leggi il resto di Devi imparare questa cosa

Esercitare l’orecchio con Dan

L’appuntamento periodico con le lezioni d’inglese, qualche tempo fa, ha visto protagonista Dan Hasse, il capo della compagnia telefonica Sprint, che in una serie di commercial (qui non si chiamano “spot” come in Italia) si esponeva in prima persona per reclamizzare i suoi prodotti. Un po’ come il nostro Amadori con i suoi polli 10+. Bene, visto che l’esperimento è piaciuto, perché non continuare, dato che è uscito un nuovo episodio della serie? Eccoti qui di seguito il video originale, seguito dalla trascrizione del testo, per una più facile comprensione. Come sempre, la traduzione in Italiano te la lascio come compito per casa. Leggi il resto di Esercitare l’orecchio con Dan

Quando la sintassi non basta

Ci sono situazioni in cui sapere la traduzione esatta “parola per parola” non è abbastanza: i modi di dire. Ho già affrontato questo argomento in un articolo precedente, quando spiegavo che qui in America anziché toccare ferro, preferiscono bussare sul legno (knock on wood). Nelle ultime settimane ho avuto modo di raccoglierne altri: modi di dire che usiamo quotidianamente in Italiano, ma che ci lasciano assolutamente spiazzati, al momento di usarli con il nostro interlocutore anglofono. Ad esempio, se il tuo amico, uscendo dalla prova orale dell’esame per la patente, esclama I made it, intende dire “Ce l’ho fatta” (letteralmente, l’ho fatta, che potrebbe lasciar capire qualcosa di diverso, eh eh). Se invece esce tutto triste, dicendo con un filo di voce I cannot take this pain anymore, vuol dire che le cose non sono andate bene: non può resistere a questa sofferenza ancora per molto. Leggi il resto di Quando la sintassi non basta

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