Se hai superato la soglia degli ‘anta come me, probabilmente ricorderai una pubblicità tormentone del Maxibon che andava in onda negli anni 80, in cui un giovanissimo Stefano Accorsi cercava di approcciare, usando il suo inglese maccheronico, due pulzelle al bancone del lido, pensando che si trattasse di due straniere. La frase che tutti ricordiamo di quello spot è che two is megl che one. Tutto questo lungo preambolo per spiegarti a cosa stavo pensando quando ho deciso di apportare una piccola modifica al tema del blog. Quando ho riaperto i battenti, oramai due anni e mezzo fa, ho riscritto il tema di questo blog da zero, con l’intenzione di ereditare alcuni dei tratti della versione precedente. Uno dei quei tratti era l’uso di due caratteri diversi, uno per i titoli ed uno per il corpo dei post e tutto il resto. Leggi il resto di Two font is (not) megl che one
Archivio degli articoli in ingresso, pagina 2
Non è tempo di pesci d’aprile
Lo so, bisognerebbe provare a spargere un po’ di sano buonumore almeno oggi, per provare ad alleggerire i tempi cupi che stiamo attraversando. Specialmente considerando che oggi lì in Italia si festeggia Pasquetta (mentre qui è un giorno lavorativo come tutti gli altri). Ma non mi è venuto in mente nulla di originale, quindi ho lasciato attivo il piccolo scherzetto che avevo aggiunto al mio tema un paio d’anni fa. Ti basterà caricare una qualsiasi pagina del blog nel tuo browser ed aspettare qualche secondo per capire di cosa si tratta. Nulla a che fare con i lamenti degli zombie con cui mi divertivo anni fa, ma d’altronde anche la tecnologia è cambiata nel frattempo, ed i browser non consentono più di organizzare queste burle all’insaputa dei poveri malcapitati visitatori. E poi in verità, non sono neppure dell’umore adatto per pensare a queste cose, ultimamente. Tra problemi a casa e quello che succede in giro per il mondo, non ho nessuno spunto per stare allegro. Anzi, lentamente quell’ansia da cui pensavo di essere tutto sommato immune, ha iniziato ad intrufolarsi tra i miei pensieri.
Sedici anni sul suolo americano
Ed eccoci qua, arrivati al secondo appuntamento di questa nuova avventura di audio post che ho deciso di pubblicare sul blog. Ovviamente non potevo scegliere base diversa da quella che stai ascoltando (tipica musica country, nda), perché oggi ricorre il sedicesimo compleanno, il sedicesimo anniversario da quando sono qui negli Stati Uniti. Di acqua sotto i ponti, in questi sedici anni, ne è passata davvero parecchia. Dai primi tempi in cui lavoravo nel Bronx, poi a Manhattan, e adesso lavorando da casa per l’università della California. Abbiamo comprato casa, abbiamo messo su famiglia: di cose ne sono successe davvero tante in tutto questo periodo. E anche l’America certo è cambiata tantissimo in questi sedici anni. Quando sono arrivato io era il 2008, si parlava del Presidente Obama, si parlava di “yes we can”, si parlava di un sistema nazione che vedeva in quella persona una speranza per ricominciare dopo le guerre, l’Iraq, tutte le cose che ci avevano fatto perdere un po’ di fiducia nel mondo intorno a noi.
Qualche statistica su questo blog nel 2023
Oggi vorrei fare due conti e riassumere l’anno che abbiamo appena concluso dal punto di vista delle attività all’interno di questa casetta virtuale. Nel 2023 ho scritto la bellezza di 169 post, contro i 271 del 2022, quando avevo un ritmo serrato di un articolo al giorno: mi sono reso conto che era un po’ troppo intenso, sia per me che per i miei piccoli lettori. La nuova cadenza a giorni alterni, che uso anche per mantenere un po’ di disciplina con me stesso, sembra essere più digeribile, stando al flusso costante di commenti che genera. A proposito di commenti, nel 2023 ne ho ricevuti la bellezza di 410, in crescita rispetto ai 321 del 2022. Il ripostiglio è la categoria che ho usato di più l’anno scorso, con 41 post, seguita a ruota dal salotto con 38 e dall’angolo pc con 27. Leggero cambio nella leadership dei commentatori rispetto al 2022: Trap rimane il protagonista assoluto con 124 commenti, seguito a distanza da Daniele con 26, e kOoLiNuS terzo con 20. Leggi il resto di Qualche statistica su questo blog nel 2023
Perché a Google questo blog non piace più?
Una volta ero ossessionato dalle statistiche di accesso, tanto che avevo persino creato un plugin per WordPress per tracciare quanti più dati possibili sui miei visitatori. Ero giovane ed avevo molto più tempo a disposizione e meno responsabilità sulle spalle 😉 Oggi ho a malapena tempo per scrivere qualche post qui e là, figuriamoci andare a spulciare ogni giorno quanti click ha generato il mio blog. Anche perché l’euforia della blogosfera è oramai scemata da tempo, e Blogville conta solo pochi irriducibili appassionati che resistono nonostante tutto. Però ogni tanto mi piace andare a dare un’occhiata al pannello di Google Search Console per vedere che si dice di bello e capire se ci sono problemi da sistemare. L’altro giorno, guardando il grafico che tiene traccia di quante volte Google ha mostrato il mio sito tra i risultati di una ricerca, ho notato il lento declino da un anno a questa parte. Leggi il resto di Perché a Google questo blog non piace più?
Qualche aggiornamento al tema del blog
Era da un po’ di tempo che non mettevo mano al tema del mio blog, e stranamente persino l’omino talebano seduto sulla mia spalla è stato particolarmente taciturno, probabilmente soddisfatto dello stato attuale del sito. Dopo l’ultimo giro di aggiornamenti alla navigazione mobile, ho deciso di lasciar decantare il codice sorgente per qualche mese. Poi l’altro giorno ho avuto la malsana idea di andare a guardare cosa si diceva dalle parti di Google Search Console, e figurati se l’omino talebano non notava subito i problemi di performance messi in bella mostra sulla pagina principale. Così ho fatto due prove con Page Speed Insights. La diagnosi: grandi spostamenti del layout. Dovuti al fatto che uso due Google Font sul sito (rigorosamente scaricati, per non far tracciare nulla ai loschi figuri di Mountain View), che causano una reimpaginazione del testo non appena vengono caricati dal browser. Però, andando a guardare più approfonditamente, c’era anche un problema con i collegamenti esterni, affiancati da una piccola icona. Leggi il resto di Qualche aggiornamento al tema del blog
Tre mesi con i fogli di stile separati
Come forse ricorderai, a fine marzo (ammappa come passa il tempo!) avevo annunciato di star conducendo un esperimento sul blog, per capire se servire i fogli di stile e le funzioni JavaScript in un file a parte piuttosto che infilati direttamente nel codice sorgente della pagina, facesse alcuna differenza in termini di prestazioni e soprattutto risparmio di banda consumata sul server. Il verdetto dopo tre mesi? Nessuna differenza, a dimostrazione del fatto che la maggior parte dei visitatori che approdano in quest’angolino sperduto nella rete sono occasionali, giusto due de passaggio, per usare la famosa frase di Mario Brega nel film Borotalco.
In altre parole, una ragione per cui i fogli di stile in genere sono definiti a parte è perché il browser li conserva in un angolino (la cache, per usare il termine tecnico) e poi quando carica nuovamente la pagina, non deve farseli spedire dal server un’altra volta, risparmiando sulla quantità di dati che vengono trasferiti in rete. Ma se il visitatore è occasionale, la cache sarà sempre vuota, ed ecco che il trucchetto non funziona più, anzi: ogni pagina genererà richieste multiple al server per scaricare tutti i pezzi. Impacchettando un bel fagottino che contiene tutto e mandandolo al browser in un solo colpo si rivela, allora, una soluzione migliore. Tutto questo per dire che da questo mese ho reimpostato tutto come prima. Fammi sapere se noti qualche problema.
Ecco cosa pensa ChatGPT di se stesso
A margine di uno dei post che ho condiviso anche su Reddit, quello su come prepararci all’avvento dell’intelligenza artificiale, una persona si è presa la briga di andare a chiedere proprio a ChatGPT cosa pensa accadrebbe se mettessimo tutto in mano a questi strumenti. Ho deciso di conservare la sua risposta testuale, tradotta in italiano, a futura memoria.
Se l’IA dovesse occupare la maggior parte delle posizioni lavorative, potrebbe portare a significativi cambiamenti nel nostro modo di vivere. Ecco alcuni modi in cui l’IA potrebbe migliorare la vita delle persone e influenzare il nostro stile di vita:
- Automazione di compiti banali: L’IA può gestire compiti ripetitivi e banali con precisione ed efficienza. Ciò libererebbe il tempo delle persone e consentirebbe loro di concentrarsi su attività più creative e intellettualmente stimolanti. Ad esempio, l’IA potrebbe occuparsi di lavori amministrativi, analisi dei dati e supporto al cliente, consentendo alle persone di dedicarsi a attività più gratificanti e innovative.
- Aumento della produttività ed efficienza: L’IA può ottimizzare i processi, razionalizzare i flussi di lavoro e rendere le imprese più produttive ed efficienti. Ciò potrebbe portare a uno sviluppo e una consegna più veloci di prodotti e servizi, migliorando complessivamente la soddisfazione del cliente. Di conseguenza, le persone potrebbero godere di prodotti di migliore qualità, tempi di consegna più rapidi e servizi migliorati.