due chiacchiere

Archivio degli articoli in salotto, pagina 47

Le buste paga in bacheca

Non ho ancora capito il motivo per il quale l’Agenzia delle Entrate ha deciso, di sua spontanea volontà, di pubblicare i redditi degli Italiani in rete, qualche settimana fa. Nel loro comunicato stampa si legge:

La forma di pubblicità dei dati reddituali prevista dal legislatore consiste nella consultabilità dei dati da parte di chiunque. La ratio della norma è quella di favorire una forma di controllo diffuso da parte dei cittadini rispetto all’adempimento degli obblighi tributari. La scelta di Internet quale mezzo di comunicazione è stata fatta per adeguare i comportamenti dell’Agenzia a quanto stabilito dal Codice dell’amministrazione digitale varato nel 2005, che impone alla PA di utilizzare come strumento ordinario di fruibilità delle informazioni la modalità digitale.

A parte che ci sono tante altre cose che sarebbe bene adeguare al Codice dell’Amministrazione digitale, prima dei dati sui redditi, ma cosa significa “favorire una forma di controllo diffuso”, se non alimentare il gusto tutto italiano di spiare parenti e vicini di casa. Leggi il resto di Le buste paga in bacheca

Un’impressione metropolitana

Appena entrato nel vagone della metropolitana, non trovando un posto a sedere, mi sono appoggiato su una parete a leggere le pubblicità che tappezzano il vagone in lungo e largo. Nella mia carrozza c’erano ben tre inviti a farsi operare le deformazioni ai piedi (cipolle, calli vari, pelle sciupata), accanto al faccione sorridente del dottor Zizmor, il medico preferito dagli abitanti di New York per i problemi alla pelle. C’era anche un ammonimento a non sostare nei passaggi di congiunzione tra le carrozze, durante la corsa, ed un ringraziamento ai circa 1900 cittadini che l’anno scorso hanno visto o sentito qualcosa di sospetto e sono andati a dirlo alla polizia. Messaggi che non mi hanno convinto a farmi curare i calli o a starmene buono dentro la carrozza, mentre la metropolitana corre. Ma che mi fanno riflettere su quello che i turisti pensano dell’America, letta attraverso queste reclame. Leggi il resto di Un’impressione metropolitana

Addio Italia, mollo tutto e cambio vita

Grazie al mio palmare, posso scaricare ogni giorno i principali articoli dei quotidiani italiani, per tenermi informato su quello che succede dall’altra parte dell’oceano. L’altro giorno leggevo un articolo su La Stampa, nel quale mi sono abbastanza rispecchiato. Il titolo non poteva essere più azzeccato: addio Italia, mollo tutto e cambio vita. Ancora di più lo è l’occhiello (che sarebbe quello che io, comune mortale, chiamo sempre sottotitolo), che recita: all’estero per stress e non per povertà; su Internet le nuove vie degli emigranti. Sembra proprio che abbiano voluto riassumere la mia storia recentissima. Leggi il resto di Addio Italia, mollo tutto e cambio vita

Newyorkesi e psichiatri

Le ricerche demografiche continuano a confermarlo: gli abitanti della Grande Mela sono almeno per metà in cura da uno strizzacervelli. Personalmente non riesco a spiegarmi perché. O meglio, mi chiedo come mai uno che abita nella città più famosa del mondo, possa richiedere cure. Si lo so, lo stress qui è particolarmente elevato per i ritmi lavorativi, e la gente si immedesima fin troppo nel proprio lavoro e nei propri doveri, dimenticando un dettaglio trascurabile: vivere la propria vita. E dire che la maggior parte della gente, come traspare anche dalle tante serie televisive ambientate a New York, è intelligente (spesso sopra la media), divertente e benestante. Dunque, che motivo avrebbe di farsi analizzare da uno psicoterapeuta? Leggi il resto di Newyorkesi e psichiatri

L’economia della felicità

Ascoltavo ieri il podcast di Focus Economia, trasmissione di Radio 24 in cui si affrontano temi legati alla finanza, ai mercati ed all’andamento del benessere a livello locale e globale. Il conduttore ha intervistato l’economista francese Serge Latouche, uno dei maggiori sostenitori della teoria soprannominata “economia della felicità” o della decrescita. Devo dire che i suoi argomenti hanno stuzzicato la mia attenzione, così sono andato a documentarmi un po’. In breve, il concetto è questo: l’economia mondiale non può pretendere di crescere all’infinito, perché prima o poi si scontrerà con un confine invalicabile, quello delle risorse “limitate” che il nostro pianeta ci mette a disposizione. Allora bisogna cominciare sin da ora a mettere in campo un nuovo concetto economico: quello della decrescita, ovvero dell’adattamento ecosostenibile dei nostri ritmi quotidiani. Lavorare meno e guadagnare di più, è uno dei concetti apparentemente strampalati di questo economista. Leggi il resto di L’economia della felicità

L’inglese s’impara sul campo

Quando arrivi negli Stati Uniti, la prima cosa che ti preoccupa è ovviamente la lingua: farsi capire è fondamentale per compiere qualsiasi azione, dal comprare un pezzo di pane fino ad ottenere la patente di guida. In genere chi ha studiato inglese alle scuole superiori, pensa di affrontare, sprezzante del pericolo, ogni interlocutore senza timore. Questa falsa certezza crolla al primo scambio di battute, quando la persona con cui vuoi parlare ti chiede “How are you doing?” (o peggio nella forma abbreviata “How doing“). Ma come? Non avrebbe dovuto dire, che so, Good morning oppure Hello? Il panico ti fa diventare paonazzo: cosa si risponde in questo caso? Ma soprattutto, che diamine ti hanno appena chiesto? Leggi il resto di L’inglese s’impara sul campo

Ricorrenze e ricorrenti

Mi diverto a guardare, di tanto in tanto, il telegiornale italiano di Rai1, che qui viene trasmesso in forma “ridotta” per coloro che non hanno il pacchetto completo della televisione via cavo. Oggi facevano vedere i soliti battibecchi che precedono le feste comandate: il 25 aprile ed il primo maggio. La destra accusa Veltroni di voler strumentalizzare, la sinistra accusa Berlusconi per aver invitato un “famigerato” fascista a casa sua o chissà dove. Mi vengono in mente solo due parole: che schifo. Un’occasione per rinsaldare il tessuto sociale italiano, diventa terreno per divisioni ed insulti. Il confronto con gli Stati Uniti mi viene servito, mi spiace, su un piatto d’argento: qui chi parla male del 4 Luglio rischia di finire in galera. Leggi il resto di Ricorrenze e ricorrenti

La gente era proprio confusa

Ora che le statistiche del mio sito si stanno un po’ consolidando sull’andamento degli scorsi giorni, ho notato uno strano picco d’accessi legati ad una stringa di ricerca ben precisa: per chi votare. Che conduceva ad un mio articolo in cui recensivo un servizio in linea che, facendoti alcune domande, cerca di capire quale sia il tuo orientamento politico. In effetti cercando su Google proprio quelle parole, la mia pagina risulta addirittura al terzo posto (miracoli del pagerank).

il grafico delle mie statistiche

Leggi il resto di La gente era proprio confusa

Torna in cima alla pagina