Vendere una casa negli Stati Uniti può sembrare un’operazione simile a quella italiana, ma in realtà il processo ha regole, abitudini e dinamiche abbastanza diverse. E visto che, per la seconda volta in 18 anni ci troviamo a vestire i panni dei venditori, ho pensato di conservare traccia sul mio blog dei vari passaggi a cui si va incontro quando si decide di entrare nel tunnel di una transazione così grande. Il processo è quasi sempre gestito da un agente immobiliare, chiamato realtor. Una vera e proprio mafia organizzata (si vede che questi tizi, un po’ come certi promotori finanziari, non mi stanno troppo simpatici?) senza la quale è praticamente impossibile piazzare la casa sul mercato e sperare di ottenere un buon prezzo. L’agente immobiliare non solo si occupa della promozione dell’immobile sui vari siti, ma gestisce anche tutte le trattative, i documenti e il rapporto con l’agente del compratore. Qui è molto raro che ci sia una trattativa “tra privati”. Leggi il resto di Vendere casa negli Stati Uniti
Archivio degli articoli in ripostiglio, pagina 2
Porte aperte a… casa camu
Altro fine settimana intenso, su questi lidi, che mi ha costretto a scombussolare la cadenza di pubblicazione qui sul blog. Come ti dicevo, abbiamo messo la casa in vendita. Per attrarre potenziali acquirenti, qui si usa fare la cosiddetta open house, ovvero un giorno (in genere la domenica) in cui la gente può venire a dare un’occhiata senza prendere un appuntamento preliminare con l’agenzia immobiliare. Così negli scorsi giorni ho dovuto premere l’acceleratore nel finire i vari lavoretti di imbiancatura, aggiunta mensole nella dispensa, e via dicendo. La sfida era che non volevo prendere ferie, quindi lavoravo dalle 8 alle 11 del mattino, e poi attaccavo a lavorare (sia benedetto lo smart working). Leggi il resto di Porte aperte a… casa camu
La prossima volta mi faccio pagare
C’è una scena di uno dei pochi film cult italiani che rimarranno a lungo nella memoria e nella cultura popolare, Il ragazzo di campagna, in cui il protagonista Artemio (da non confondere con il suo vicino di casa Erpidio) cerca di raggranellare qualche soldo extra per comprare un anello a quella che lui ritiene essere la sua nuova fidanzata. In quella scena, il nostro simpatico campagnolo si presenta ad un centro per la donazione del sangue e se ne fa togliere tre litri pur di guadagnare le 120 mila lire necessarie per acquistare il regalo per Angela. Questa scena mi è venuta in mente quando una mia amica, a cui raccontavo della mia esperienza di donatore (con tanto di cartello che invita a tenere le pistole a casa), l’altro giorno mi ha ricordato che ci sono centri qui in New Jersey che pagano profumatamente per una donazione. Leggi il resto di La prossima volta mi faccio pagare
Agli americani piace il medioevo
Sono in ritardo con il post di oggi, per via di un fine settimana frenetico, culmine di un paio di settimane passate a tinteggiare pareti, ammodernare credenze incassate nel muro della cucina con nuovi ripiani, e via dicendo. Il tutto per rendere la casa in cui abitavamo, che stiamo mettendo in vendita, un po’ più carina, per attrarre un maggior numero di offerte. La signora dell’agenzia immobiliare ed il fotografo sono venuti sabato, e fra poco si apriranno le danze dei compratori, quindi sto cercando di finire il più presto possible. Ad ogni modo, questo è argomento per un’altra volta. Oggi volevo parlarti di una curiosità che da qualche anno ho notato abitando su questa sponda dell’Atlantico: la fissazione che tante persone hanno per il medioevo ed il rinascimento europeo. Quando abitavo in Toscana, ricordo che c’era un gruppo che riuniva fra i monti tra Pisa e Lucca, indossando abiti da cavalieri e dame dell’epoca, e mettendo in scena duelli con spade ed arpioni. Qui fanno lo stesso, ma in scala più grande. Leggi il resto di Agli americani piace il medioevo
Scegli il pane per il tuo panino
Non che di questi tempi venga proprio voglia di farsi una vacanza qui negli States, per carità. Anzi, sempre più spesso leggo di americani che preferiscono andare a passare qualche settimana all’estero per allontanarsi dal continuo martellamento di notizie deprimenti che arrivano da ogni parte. Però, se ti dovesse capitare un’occasione irrinunciabile tra le mani (ultimamente i prezzi della Norse Airline sono davvero allettanti), e decidi di venir a passare qualche giorno nella terra dello zio Sam, c’è una cosa che dovresti tenere a mente, quando arriverà il momento di addentare un boccone in uno dei tanti diner disponibili nell’interland delle grandi città: le varie tipologie di pane per ordinare il tuo sandwich preferito. Leggi il resto di Scegli il pane per il tuo panino
Ed anche la patente per la moto è fatta
Ebbene si, alla veneranda soglia dei cinquantuno anni, finalmente posso depennare dalla mia bucket list il desiderio di imparare a guidare una moto come si deve, e non un semplice scooter come l’avevo in Italia. Lo scorso fine settimana, come ti raccontavo un mesetto fa, dopo due giorni intensi passati a seguire le indicazioni degli istruttori e cercare di azzeccare percorsi ad ostacoli su due ruote, ho passato l’esame per la patente A 🤩. Per fortuna qualcuno lassù mi vuole bene, perché il meteo nel fine settimana è stato annuvolato, riparandoci quindi dalla canicola estiva che ci ha asfissiato in questi giorni, ma allo stesso tempo non ha piovuto (il corso si sarebbe tenuto lo stesso), evitando rovinose cadute sul mezzo a due ruote. Ora devo solo andare alla motorizzazione a presentare l’attestato, così potranno aggiornare la mia patente. Leggi il resto di Ed anche la patente per la moto è fatta
Ed anche stavolta ho… scrutato
Martedì si sono svolte le primarie qui nel New Jersey, per eleggere i candidati che si sfideranno a novembre per diventare il nuovo governatore dello stato in cui abito. Da anni mi chiamano a fare lo scrutatore elettorale, ed anche nel nuovo comune dove mi sono trasferito, il fabbisogno di personale non manca. Così, ho fatto il corso di aggiornamento un paio di mesi fa, dove ti spiegano come usare (e far usare) le macchine con le quali gli elettori esprimono il proprio voto: una specie di iPad giganti con accanto una macchinetta che stampa e conserva su una striscia di carta il proprio voto, in caso la versione digitale abbia problemi.
Essendomi spostato di provincia (county, come le chiamano qui), l’impostazione è un po’ diversa da dove ero prima, quindi ho imparato un paio di cose che lì non facevo, ma tutto sommato l’idea è la stessa. Martedì mi sono svegliato di buon’ora alle 4 del mattino, per essere al seggio alle 5, avviare tutte le macchine e firmare tutti i fogli, in modo da essere pronti ad accogliere i primi elettori alle 6 in punto. Leggi il resto di Ed anche stavolta ho… scrutato
Immersi in un mare virtuale di dopamina
Da un paio d’anni a questa parte, da quando entrambe le figlie hanno scoperto TikTok e Snapchat (che fino ad allora avevamo cercato in tutti i modi di vietare), è come se le avessi perse in questa lotta impari contro la dipendenza da social. Leggo sui quotidiani italiani che la situazione è drammatica anche in Italia, e nessuno sembra riuscire ad arginare questo fenomeno. Il proibizionismo, è ovvio, non funziona, perché anzi rende l’agognato oggetto del desiderio ancora più forte. In Cina sembrano voler tentare la strada dell’educazione, per incentivare un uso consapevole di queste tecnologie, ma non è chiaro se quell’esperimento funzionerà. Intanto, anche a scuola, almeno qui in America, le maestre sono oramai disperate, trovandosi di fronte ragazzi spesso disconnessi dalla realtà. Ecco una testimonianza che ho trovato l’altro giorno su Reddit. Leggi il resto di Immersi in un mare virtuale di dopamina