due chiacchiere

Archivio degli articoli in ripostiglio, pagina 3

La lotta delle formichine

Avendo trascorso qualche settimana in Italia, mi è capitato di seguire un po’ più da vicino la cronaca quotidiana di quello che succede nel Belpaese. Tra ragazze che muoiono sotto i ferri di un presunto estetista conosciuto su TikTok, ed operatori ferroviari presi a coltellate, calci e pugni pur di non pagare il biglietto, mi pare che non ci si sia fatti mancare nulla. Nel frattempo mi è capitato di rileggere un vecchio articolo  scritto nel 2010 da Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera, che a distanza di quattordici anni e mezzo, mi sembra ancora spaventosamente attuale. Così ho deciso di salvarlo qui sul blog a futura memoria, per ricordare come eravamo, e come forse saranno i nostri figli, anche se la società moderna è permeata da una pretesa di individualismo (sacrosanto, ci mancherebbe) che è diventato la scusa perfetta per annullare il rispetto per l’autorità, qualsiasi essa sia, dal conducente di tram all’insegnante. Leggi il resto di La lotta delle formichine

Un incontro (quasi) casuale

Ora che sono rientrato all’ovile, ho deciso di scrivere alcuni post per riflettere sulla breve ed inattesa parentesi siciliana delle scorse settimane. Noi veterani della blogosfera ricordiamo con un pizzico di nostalgia i tempi dei Barcamp, quando orde di blogger famelici si riunivano in questa o quell’altra università per discutere del futuro della blogosfera, degli strumenti del mestiere e per creare nuove relazioni sociali in tre dimensioni. Erano tempi in cui ribollivano idee e si gettavano le basi del famoso (o famigerato) web due-punto-zero, che introduceva il concetto di bidirezionalità nelle interazioni tra tenutari di spazi web e visitatori, dando vita a quello che poi tutti finirono per chiamare user-generated content. Ora i blogger non s’incontrano più, ognuno nascosto dietro il proprio monitor a rincorrere i suoi guai, parafrasando una famosa canzone che fungeva da colonna sonora degli incontri dell’epoca. Leggi il resto di Un incontro (quasi) casuale

Domani ritorno all’ovile

Come dicevo qualche post fa, le condizioni di salute di mia madre si sono stabilizzate, grazie al cielo. Nella giungla della sanità meridionale che non funziona, siamo riusciti a trovare un’isola felice nel reparto ematologia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa che, non per vantarmi (ma anche sì), fu voluto all’epoca nientepopodimeno che da mio zio (che era Direttore Generale dell’ASL) per rimpiazzare il fatiscente ospedale che c’era prima. Dunque, vista la situazione, un paio di settimane fa ho prenotato il biglietto di ritorno e domani sarò nuovamente tra le colline del New Jersey, sperando che mi facciano rientrare ora che il vento politico è cambiato. Come l’anno scorso, queste settimane sono state caratterizzate da un’accoglienza più che calorosa da parte di amici e parenti, e mi mancheranno le serate trascorse a chiacchierare del più e del meno. Leggi il resto di Domani ritorno all’ovile

Ripropongo l’oggetto misterioso

Domani si festeggia il Giorno del Ringraziamento in America. Ricordo ancora quello del 2012 quando, mentre gustavamo tutte le prelibatezze cucinate dai vari invitati alla cena a casa di mia cognata, pensavo a qualcosa da condividere sul blog riguardo alla festa più tradizionale che esista nel Paese a Stelle e Strisce. Così pubblicai un post in cui chiedevo ai miei piccoli lettori di indovinare un oggetto misterioso. Non metto il link a quel post semplicemente perché nei commenti troveresti subito la soluzione 😅 Sfogliando il mio archivio, ho deciso di riproporre quel curioso oggetto, per vedere se anche tu riesci a capire di cosa si tratta. Prima di scorrere a leggere gli eventuali commenti (in caso qualcuno indovini al primo colpo), soffermati per qualche minuto sull’immagine. Non si vince nulla, ma è un modo per entrare nel clima (speriamo sereno) di questa festività americana. Leggi il resto di Ripropongo l’oggetto misterioso

Collasso 2050, per non far finta di nulla

Il 5 novembre è passato. Dopo due giorni di mal di testa alimentato dall’angoscia, ho accettato l’esito. Essere consapevole dell’imminente collasso mi ha reso più forte, e mi ha consentito di superare rapidamente le tipiche fasi del lutto. Insensibile alla situazione, mi sento come un osservatore che guarda dall’esterno. Non è la descrizione più accurata della mia vera condizione, ma mi aiuta a rimanere obiettivo. Ci sarebbe tanto da dire sul nostro futuro, ma non voglio ripetere ciò che sai già. Oggi voglio invece parlare di come un governo troppo autoritario potrebbe innescare un collasso finanziario nei prossimi 18 mesi. Leggi il resto di Collasso 2050, per non far finta di nulla

Ho mantenuto la mia promessa

Il grande giorno è finalmente arrivato: domani si vota per eleggere la nuova presidentessa degli Stati Uniti. Il mio pronostico, visto il martellamento mediatico che abbiamo subìto in queste settimane su questa sponda dell’Atlantico, è che vincerà la Harris, con conseguenti giorni di mal di pancia da parte dei repubblicani. Che si chiederanno se sia il caso di mettere Trump in frigo e scongelare qualche altro candidato. Not so fast, direbbe qualcuno. Il popolo dei suoi seguaci sarà ancora più infervorato, ancora più elettrizzato, ed ancora pronto a combattere per la libertà e per conservare la gloria di quest’impero in declino. Io intanto un paio di settimane fa ho ricevuto la mia scheda elettorale per posta, e l’ho rispedita subito con il nome che avevo promesso di scrivervi sopra. Voto per posta perché domani mi sarei dovuto svegliare alle 4 del mattino per passare tutto il giorno come presidente di seggio in una sezione vicino casa mia (non quella dove voto). Mi dispiace di aver dovuto lasciare i miei colleghi di seggio da soli, essendo io ancora in Italia. So già che sarà una giornata molto lunga per loro. Che Dio gliela mandi buona. Leggi il resto di Ho mantenuto la mia promessa

Il fondo sanitario integrativo per le spese mediche

Trovandomi in questi giorni nel profondo sud d’Italia a combattere (quasi letteralmente) con le storture della sanità pubblica di queste terre dimenticate da Dio, non potevo che affrontare l’argomento su queste pagine. Ma non voglio annoiarti con i dettagli di una burocrazia sanitaria che probabilmente conosci molto meglio di me. Piuttosto, vorrei suggerire un’idea per migliorare le cose. Chissà che il governo non sia all’ascolto 🙂 Qualche mese fa ti parlavo di come funziona l’assicurazione sanitaria nel Paese a stelle e strisce. E spiegavo come la deducibilità di certi importi qui è applicata direttamente in busta paga, e non a fine anno quando si compilano le tasse.

Nel mio caso, ad esempio, ho chiesto al mio datore di lavoro di versare in una carta di credito sanitaria circa 200 dollari al mese, decurtati dallo stipendio prima di calcolare le tasse, così che alla fine dell’anno l’importo imponibile sia più facile da calcolare. Quei soldi non devono però necessariamente sedere in quel conto a non far nulla: si possono spostare su un fondo sanitario d’investimento, gestito dalla stessa compagnia che fornisce la carta di credito, che si preoccuperà di investirli e farli crescere secondo le mie indicazioni. Potrò scegliere se usare un approccio aggressivo, investendo in mercati ad alto rischio (ed alto beneficio) oppure uno più conservatore, acquistando titoli di stato e strumenti analoghi. Leggi il resto di Il fondo sanitario integrativo per le spese mediche

Le targhe personalizzate americane

L’altro giorno mentre tornavo dal supermercato ho visto una macchina con una targa personalizzata, e così mi è venuta in mente l’idea per il post di oggi. Non so come mai in Italia questa cosa non sia mai stata lanciata A quanto pare, anche in Italia si può fare, ma in pochi ne approfittano: in fondo è un’idea carina che sostanzialmente porta qualche soldo extra nelle casse della motorizzazione civile. Già, perché qui nel Paese a stelle e strisce, è legale richiedere, dietro un compenso che si aggira intorno ai 50 dollari, una targa con lettere e numeri a propria scelta. Ovviamente ci sono regole che evitano l’uso di parolacce o allusioni a volgarità offensive (non si può richiedere una targa con scritto l’equivalente americano di vaffa…), ma per il resto tutto è lecito, sperando che qualcuno non abbia già avuto la stessa idea. In genere, come nelle foto qui sotto, si sfruttano le abbreviazioni e la pronuncia di lettere e numeri per esprimere i concetti più fantasiosi. Una nota di colore che non avevo mai condiviso prima. Leggi il resto di Le targhe personalizzate americane

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