L’altro giorno mi apprestavo a rispondere ad un commento di Emanuele, che mi chiedeva se il dirimpettaio era consapevole che la sua casa era immortalata 24/7 nella pagina che mostrava la diretta dalla mia finestra. Mentre digitavo la mia risposta, ho inserito un emoji “nativo” (🤫 per la precisione), non un emoticon digitato con parentesi e punteggiatura varia. Dopo aver salvato il commento, ho notato che WordPress l’aveva convertito in un laconico punto interrogativo. Secondo te potevo lasciar cadere la faccenda nel vuoto? Così ho fatto un po’ di ricerca, ed ho scoperto che questo blog è così vecchio che quando è nato gli emoji non erano ancora inseriti nel set dei caratteri universali. In parole più tecniche, la codifica associata alle tabelle nella base di dati era ferma a latin1_swedish_ci
mentre ora si usa utf8mb4
. Leggi il resto di Cambiare il set dei caratteri in WordPress
Archivio degli articoli in sviluppo web, pagina 5
WordPress è il padrone assoluto del web
Correva l’anno 2011 quando scrivevo di come WordPress avesse sorpassato Joomla nel numero di installazioni in giro per il mondo. Gli ultimi dieci anni hanno confermato che, una volta tanto nella vita, all’epoca ho fatto una mossa azzeccata scegliendo questo sistema per la gestione dei contenuti. Non solo per la mia piccola casetta virtuale, ma anche al lavoro, con grande soddisfazione di tutti i collaboratori a cui tocca aggiornare il sito istituzionale. La conferma di questo successo mondiale è arrivata lo scorso Dicembre durante l’annuale conferenza stampa tenuta da Matt Mullenweg, il papà di WordPress, in cui il simpatico Texano tira le somme di quello che è stato fatto durante l’anno appena trascorso, ed annuncia quello che bolle in pentola per il futuro. E quando sullo schermo è apparsa la grafica sulla crescita di questa piattaforma rispetto alla concorrenza, ammetto di aver avuto un piccolo sussulto di stupore, subito seguito da un senso di soddisfazione personale: stando ad un popolare portale di censimenti online, nientepopodimeno che il 43% dei siti in giro per il web userebbe il prodotto di casa Automattic per gestire la propria presenza online. Mica noccioline. Leggi il resto di WordPress è il padrone assoluto del web
Un algoritmo per comprare criptovalute
Sebbene la mia educazione universitaria sia passata tra le classi del corso di laurea in Informatica, mi è sempre piaciuto curiosare tra le altre discipline, specialmente quelle di carattere economico-aziendale e finanziario. Con l’avvento delle criptovalute, di cui già parlavo in tempi non sospetti e delle piattaforme per l’acquisto e la vendita online di queste merci virtuali, ho deciso l’anno scorso di unire le due passioni, e con la scusa di voler imparare il linguaggio di programmazione Python, mi sono messo a scrivere un piccolo algoritmo che si collega ad uno dei mercati di criptovalute disponibili qui in America, analizza l’andamento del mercato, ed in base alle osservazioni della sua rudimentale analisi tecnica, decide di comprare o vendere predefinite quantità di monete virtuali. Certo, non è ai livelli dei sistemi di intelligenza artificiale che macinano milioni di transazioni al secondo, analizzando le notizie, i social e quant’altro per capire se è il caso di vendere o comprare, ma qualche spicciolo me l’ha fatto guadagnare. Leggi il resto di Un algoritmo per comprare criptovalute
Ma tu la fai la raccolta differenziata dei link?
Proseguono le mie incursioni da topo di biblioteca digitale alla caccia di contenuti da ripulire, aggiornare, importare o semplicemente consegnare all’eterno oblio. Il mio lavoro, devo ammetterlo, è reso meno tedioso da un fedele aiutante, il plugin Broken Link Checker, che ogni paio di giorni analizza tutti i collegamenti uscenti presenti nei vecchi articoli e commenti, e mi segnala eventuali problemi di server non trovato e via dicendo. Nel giro di quasi tre settimane, ho già messo a posto alcune centinaia di collegamenti, con circa 700 (and counting) ancora in attesa di essere verificati. Certo, con tutti i blog spariti in questi anni, è una strage di link rotti. Allora mi è sorta la domanda: ma gli altri veterani della blogosfera che ancora conservano articoli di quasi un ventennio fa, si curano di far pulizia tra il ciarpame accumulato in tutto questo tempo? E sono andato a curiosare a casa dei vicini virtuali, scoprendo che alcuni usano soluzioni drastiche, cancellando completamente i vecchi articoli, altri mettono un avviso ai lettori, altri ancora rimuovono solo i commenti agli articoli datati, tagliando la proverbiale testa al toro. E tu cosa fai?
Dodici mesi, dodici vestiti
Una delle caratteristiche che il nuovo tema del sito ha ereditato dal suo predecessore è la rotazione mensile di colori e sfondo. Ricordo ancora quando annunciai per la prima volta questa piccola rivoluzione nella mia casetta virtuale, realizzai persino un video (molto amatoriale) per l’occasione. In omaggio ai tempi d’oro, ho deciso di preservare alcuni degli stili originali (Gennaio, Luglio, Settembre e Novembre), ed ho rinnovato gli altri. Ho anche cambiato idea sul fatto di non voler rilasciare il codice sorgente del tema: sebbene sia ancora convinto che per spiccare nel web bisogna cercare di essere originali sia nell’aspetto che nei contenuti, nel desolato panorama blogosferico di oggi non ha più senso essere così guardinghi, ed è meglio seguire lo spirito dell’open source che mi ha sempre guidato in tanti altri progetti, secondo cui la conoscenza dovrebbe essere un bene comune. Se vuoi, puoi dare una sbirciatina ai colori degli altri mesi aggiungendo ?colors=nome-del-mese-in-inglese
all’indirizzo di qualsiasi pagina (ma non dirlo a nessuno, mi raccomando). Si accettano suggerimenti e critiche sulla collezione che ho creato. Leggi il resto di Dodici mesi, dodici vestiti
Dieci anni di Google Wallet
Durante le incursioni serali nel mio archivio digitale, mirate a ripulire i vecchi video, sto riscoprendo un sacco di roba, e rileggo con piacere l’emozione che provavo quando veniva lanciato un nuovo luccicante servizio. Come Google Wallet, di cui scrivevo più o meno dieci anni fa. A quei tempi le aspettative per una rivoluzione del commercio mondiale sembravano davvero tante. Io avevo ricevuto da poco il mio primo smartphone aziendale, e non vedevo l’ora di usarlo con questa nuova tecnologia. Non so in Italia, ma qui dieci anni dopo le cose non sono cambiate poi così tanto. Stando ad una ricerca di Pew, gli americani ancora sembrano prediligere il contante per i loro acquisti, seguito da carte di credito e bancomat. Le transazioni online, rispetto al decennio scorso, ovviamente fanno la parte da leone oggi, con buona pace di coloro che odiano Amazon e Bezos. Tuttavia, lo studio di Pew ha anche scoperto che, di generazione in generazione, i consumatori rimangono scettici nei confronti dell’uso del telefonino per i pagamenti in negozio. Leggi il resto di Dieci anni di Google Wallet
Morto un reader, se ne fa un altro
Il gioco nel titolo è fin troppo facile, visti gli eventi di questi giorni (mi perdoni il buon Papa Emerito, che è ancora vivo e vegeto) e l’annuncio di Google di abbassare la saracinesca su uno dei suoi prodotti, Reader, che da anni usavo per tenermi aggiornato su quello che i miei colleghi blogger scrivevano sui rispettivi siti. Ennesimo segnale e dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che la blogosfera internazionale ha imboccato oramai la via del declino ineluttabile. Perché se il gigante di Mountan View ha rilevato uno scarso utilizzo del servizio tanto da volerlo chiudere, significa che la gente è tutta sui social network, e il feed è rimpiazzato dalle app sui telefonini intelligenti che ci tengono aggiornati sullo stato e sui tweet dei nostri amici e beniamini. Però questo non vuol dire che i dinosauri come me, che ancora fanno pesante affidamento su questa tecnologia del passato, hanno le ore contate. Leggi il resto di Morto un reader, se ne fa un altro
Non provare la beta di WordPress in produzione
Ogni tanto mi lascio trasportare dall’entusiasmo, ed il mio spirito ribelle e spericolato esce fuori all’improvviso prendendo il controllo della situazione. Così è capitato che la scorsa settimana ho aggiornato la versione di WordPress, il sistema che uso per gestire la mia piccola casetta virtuale nel web, all’ultima versione disponibile, la beta della 3.5, considerata ancora non stabile. Tutto sembrava funzionare senza particolari problemi, e la velocità delle pagine era persino migliorata. Peccato che mentre stamattina scrivevo l’articolo sulle mie avventure vinicole, ho scoperto un malfunzionamento al nuovo sistema di caricamento delle immagini. Cercando in rete, ho scoperto essere un problema non solo mio, così ho provveduto a dare il mio piccolo contributo, segnalando l’anomalia agli sviluppatori di WordPress. Nel frattempo ho ripristinato la versione 3.4.2 sul blog, non avendo tempo e modo di sistemare l’inconveniente per conto mio.