due chiacchiere

Archivio degli articoli in ripostiglio, pagina 5

Sunshine parteciperà ad una giuria popolare

Spesso vediamo nei film che hanno a che fare con avvocati e cose legali, che nell’aula di tribunale, a lato del bancone del giudice siede una giuria popolare che emette il verdetto di assoluzione o colpevolezza dell’imputato. Personalmente lo considero un retaggio dei tempi del Far West, quando gli immigrati inglesi si arrangiavano come potevano per applicare la neonata costituzione a stelle e strisce, e non c’erano abbastanza giudici togati in grado di risolvere gli inevitabili problemi di quella società in fermento. Quest’argomento mi è venuto in mente l’altro giorno, quando a Sunshine è arrivata una cartolina sospetta (e qui ci starebbe bene il tipico suono con gli acuti del violino) proveniente dall’ufficio del giudice della nostra provincia. Che la convocava a presentarsi la prossima settimana per un colloquio per essere inserita in una giuria popolare per chissà quale delitto. Eh già, qui tutti i cittadini americani maggiorenni, un po’ com’era con la leva in Italia, hanno l’obbligo di presentarsi, quando ricevono la notifica, per il cosiddetto jury duty. Non vorrei gufarmi da solo, ma in più di 12 anni da cittadino americano, io non sono mai stato chiamato. Leggi il resto di Sunshine parteciperà ad una giuria popolare

Siamo la generazione più felice

L’altro giorno, durante un momento di pausa, scorrevo distrattamente tra le cavolate che mi proponeva il mio feed di Google, e sono inciampato in un intervento che già dalle prime righe ha colto la mia attenzione. Una riflessione agrodolce di un autore sconosciuto sulla spensieratezza della generazione a cui appartengo, quella dei nati negli anni ’70. Un breve viaggio tra i bei ricordi d’infanzia che ancora oggi sono conservati in uno specialissimo cassetto della memoria che tutti, chi più chi meno, custodiamo gelosamente per il suo valore inestimabile. E così ho pensato di conservarlo su queste pagine, per poterlo apprezzare in futuro, quando mi capiterà per caso nuovamente tra le mani. Leggi il resto di Siamo la generazione più felice

Le parole dialettali più arcane

L’altro giorno Sunshine ed io commentavamo lo spreco e l’abbondanza a cui sono abituati spesso gli americani: nei ristoranti è quasi maleducazione finire tutto il cibo che si ha nel piatto, molte famiglie hanno due o tre SUV con sette posti, anche se poi li usano solo per andare alla stazione a prendere il treno per recarsi in ufficio, e via dicendo. Mentre si chiacchierava, Sunshine ha usato una parola che sua mamma era solita tirar fuori per esprimere proprio quest’opulenza ostentata: la rascia. Non è dato sapere se sia una vera parola del dialetto campano che lei parlava, Google non mi è stato molto d’aiuto in tal senso. Però mi ha fatto venire l’idea per il post di oggi, in cui vorrei coinvolgere i miei piccoli lettori, per condividere quelle parole del proprio dialetto così inusuali ed incomprensibili. D’altro canto, ho sempre avuto un debole per i dialetti del Belpaese: m’inebrio di suoni ogni volta che sento parlare un abruzzese o un veneto, un pugliese o un romano verace (dè Latina! per citare il film Paparazzi con Abatantuono). Leggi il resto di Le parole dialettali più arcane

Che la terra ti sia lieve, Presidente

Ieri mattina, appena svegliato, ho acceso come al solito il cellulare per leggere qualche notizia dall’Italia. Mi aspettavo di leggere della sconfitta della Under 20 alla finale dei mondiali di calcio, mi aspettavo di leggere gli ultimi aggiornamenti sulle schermaglie ucraine, mi aspettavo di leggere dell’ennesima caduta (non nel senso metaforico del termine) di quell’addormentato di Biden. Tutto mi aspettavo, tranne che la notizia che tutti i giornali hanno riportato a caratteri cubitali. Non che sia stato un fulmine a ciel sereno: già i bollettini medici recenti dopo il recente ricovero di Berlusconi in ospedale non lasciavano sperare nulla di buono. Ma non si è mai preparati abbastanza, e l’annuncio arriva puntuale come un colpo allo stomaco. Specialmente per la mia generazione, i cinquantenni nati e cresciuti all’ombra del Drive In e del Maurizio Costanzo Show, che hanno visto il Milan crescere fino a conquistare tutto il possibile negli anni d’oro di Sacchi e Van Basten. Berlusconi è stato uno dei pochissimi uomini che, nel bene e nel male, ha lasciato un segno indelebile nella cultura e nella politica del Belpaese degli ultimi quarant’anni. Un imprenditore che, ai tempi del liceo, mi ha inspirato tanto per la sua energia e l’approccio semiserio in qualsiasi ambito della vita. Ora andrà a portare il vento del cambiamento anche in cielo. Leggi il resto di Che la terra ti sia lieve, Presidente

Le feste comandate americane

Dato che oggi nel Belpaese si celebra la festa della Repubblica, mi è venuta l’ispirazione per la curiosità americana del giorno: le holidays del Paese a stelle e strisce. Prima di tutto, bisogna sapere che al contrario dell’Italia, qui non esistono i “ponti”, fatta eccezione per il Giorno dell’Indipendenza e Natale. Infatti, le altre varie ricorrenze non si celebrano mai in una data specifica, ma cadono il lunedì o talvolta il venerdì più vicino alla data ufficiale, con buona pace dell’omologo americano di Maurizio Landini. Così ad esempio, la festa dei caduti (il famoso Memorial Day) è sempre l’ultimo lunedì di maggio, e la festa dei lavoratori (meglio nota come Labor Day) è il primo lunedì di settembre. Queste due date, in particolare, marcano in maniera non ufficiale rispettivamente l’inizio e la fine della bella stagione. Leggi il resto di Le feste comandate americane

Sono anche un po’ iraniano

Correva l’anno 2014 quando un mio collega mi parlò per la prima volta di questo servizio americano chiamato 23andMe, che per la modica cifra di 49 dollari (ora diventati 199, viva l’inflazione!) offriva di analizzare il mio DNA per capire da dove provenissero i miei antenati, ed allo stesso tempo di usare quelle informazioni per verificare la mia predisposizione a certe malattie genetiche ereditarie. Così richiesi uno dei loro kit, misi un po’ di saliva in una provetta, e la rispedii tramite corriere al loro quartier generale. Nel giro di qualche settimana, mi arrivò un’email che mi comunicava i dettagli per attivare l’accesso al mio profilo personale e svelare il mistero delle mie origini. Da allora, sono stato invitato a partecipare a numerose indagini scientifiche e test psicoattitudinali per completare il quadro delineato dal mio codice genetico. Tutto materiale che i ricercatori hanno messo a buon uso per identificare possibili cure per determinate malattie. Leggi il resto di Sono anche un po’ iraniano

Due chiacchiere con Ivan Messina

Non ringrazierò Nicola mai abbastanza per avermi fatto scoprire, circa un anno fa, il provider SupportHost, sui cui server ho trasferito prima il sito del mio plugin per le statistiche, e poi questo blog, stanco delle continue limitazioni e dell’antiquatezza del provider che mi aveva ospitato per quasi 15 anni. Neanche a farlo apposta, mentre un paio di settimane fa mettevo insieme due righe per tirare le somme sulla mia esperienza in questi 12 mesi, mi arriva un messaggio da nientepopodimeno che Ivan Messina, l’amministratore delegato della compagnia, chiedendomi se mi andasse di fare due chiacchiere (e ti pareva!) in video chat, come parte di una campagna marketing in cui i clienti diventano testimonial e condividono le proprie impressioni sulla qualità del servizio. Ovviamente ho accettato più che volentieri, e così ci siamo incontrati su Google Meet ed abbiamo discusso per una ventina di minuti alternando il serio ed il faceto. Abbiamo deciso di farlo in inglese, così che la sua campagna promozionale potesse rivolgersi anche ai loro clienti al di fuori dell’Italia. Non ci siamo preparati prima, ed in fondo è stato bello registrare anche quella spontaneità nelle mie risposte alle classiche domande che puoi aspettarti in questo contesto. Ti farò sapere quando andrà in onda. Leggi il resto di Due chiacchiere con Ivan Messina

Celebriamo con i fatti, non con le parole

In questi ultimi giorni ho letto sia sulle polemiche sulla campagna Open to Meraviglia (eh già, perché quelli di memoria corta dimenticano che queste cose succedono sia a destra… che a sinistra) che sugli attacchi ad Elly Schlein per aver confessato in un’intervista su Vogue di avere una personal shopper da 300 euro l’ora (e quindi apparentemente lontana e distaccata dalla classe sociale che il suo partito dovrebbe difendere e rappresentare). Ho letto della kermesse sottotono che si è tenuta a Roma per la festa dei lavoratori, che più che un concerto, ogni anno diventa il luogo dove polemizzare a tutto spiano sull’operato del governo di turno. Invece non ho letto praticamente da nessuna parte che l’Italia, insieme alla Spagna, in questo primo trimestre del 2023, è tra le poche ad aver superato le previsioni degli analisti sul prodotto interno lordo, mentre la Germania arranca, e la Francia (altra cosa che i giornali stanno facendo di tutto per ignorare) da mesi si trova a fronteggiare una crisi interna ed uno scontento popolare senza precedenti. Insomma, come al solito la gente si lascia distrarre dalle cose stupide, per non pensare a quelle che contano davvero. Leggi il resto di Celebriamo con i fatti, non con le parole

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