due chiacchiere

Archivio degli articoli in politica, pagina 2

Tagli alle università americane

Una volta mi appassionavo a guardare telefilm distopici, giusto per divertirmi ad immaginare un futuro in cui nessuno di noi vorrebbe mai vivere. Beh, ora non c’è più gusto, visto che la realtà ha letteralmente superato la fantasia, sia nel Paese a stelle e strisce che in giro per il mondo. Mentre i potenti del mondo si sfidano per vedere chi ce l’ha più grosso (il missile), in pochi si stanno accorgendo di un lavoro più sotterraneo portato avanti dall’amministrazione Trump per sbriciolare quel poco di istruzione che ancora resiste in questa nazione. Io me ne sto accorgendo in prima persona, lavorando per un’università californiana: già a partire da luglio, quando si aprirà il nuovo anno accademico (anche dal punto di vista fiscale), dovremo stringere la cinghia, e rinunciare agli aumenti contrattuali previsti, perché Trump ha tagliato un sacco di fondi alla ricerca, che a quanto pare rappresentano una bella fetta degli introiti universitari, secondi solo alle rette  pagate dagli studenti. Leggi il resto di Tagli alle università americane

Prove tecniche di guerra mondiale

Ho deciso di rompere il protocollo di pubblicazione a giorni alterni per dire la mia sui fatti delle ultime ore. Lo confesso, sono troppo amareggiato per come l’Arancione ci sta cacciando nei guai con il Medioriente. Lui che, tra le tante bugie, aveva detto di essere l’uomo della pace e che non avrebbe mai scatenato nuove guerre, non ci ha pensato due volte a premere il pulsante per bombardare uno Stato sovrano. Sulla base di cosa, poi? Delle tanto sbandierate armi atomiche che l’Iran sarebbe ad un passo dall’avere? (si, come l’antrace di Saddam). La cosa che mi sconforta di più di tutte? Che ancora sono passati solo sei mesi dall’insediamento, e di questo passo, altri tre anni e mezzo di Trump saranno davvero pesanti. Leggi il resto di Prove tecniche di guerra mondiale

Perché Trump è un cretino, o forse no?

Se pensavamo che la pandemia fosse stato il flagello peggiore che l’umanità si sia trovata ad affrontare in questo secolo, con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, ci siamo tutti un po’ dovuti ricredere. In rete leggo i suoi sostenitori giustificare anche le più assurde mosse degli ultimi giorni: persone che vedono in quell’uomo più un messia da idolatrare a livelli patologici, che un politico sceso in campo per portare un vero cambiamento. L’altro giorno, come tutte le mattine mentre faccio colazione, ascoltavo il podcast di Uno, nessuno, 100Milan, ed hanno chiamato come ospite Stefano Feltri (no, non un parente del Vittorio che tutti conosciamo), giornalista ed economista che qualcosina di come funziona la finanza internazionale penso ci capisca. Ho voluto conservare sul blog un passaggio del suo intervento. Leggi il resto di Perché Trump è un cretino, o forse no?

Le tre i di Trump

Qualcuno forse ricorda i tempi d’oro di Silvio, quando lo vedevamo spesso da Bruno Vespa a perorare la sua causa sulla gestione della cosa pubblica. Ognuno ha la propria opinione su un uomo che, lo si voglia o no, ha influenzato il corso della storia italiana. Quindi non starò qui a dibattere i suoi pregi ed i suoi difetti, anche se penso che se fosse ancora vivo, lui una telefonatina al suo amico Putin l’avrebbe fatta di sicuro, per farlo ragionare un po’. Comunque sia, non è di questo che volevo parlarti oggi. Ho citato Berlusconi perché l’altro giorno pensavo a quando propose la patente della quattro i, un modo semplice per riassumere quali fossero le priorità dell’Italia. Ecco, sono convinto che anche Trump, ed il Progetto 2025 di cui avevo parlato circa un anno fa, abbiano come obiettivo tre i: istituzioni, istruzione, importazioni. Ma non per costruire un Paese migliore come voleva far Silvio, quanto piuttosto per distruggerlo. Leggi il resto di Le tre i di Trump

Guardare la luna, non il dito

La politica oramai è tristemente ridotta ad una gara di slogan e battute, ed ha perso da tempo l’occasione per affrontare le vere sfide. Forse, se il dibattito si fosse concentrato sui modi concreti per realizzare un’Europa più giusta e solidale, l’esito sarebbe stato diverso. Invece di cavalcare la polemica per ottenere un applauso momentaneo, sarebbe più utile puntare a una riflessione profonda sulle scelte da compiere. In questi giorni è stato tirato fuori il Manifesto di Ventotene, di cui, a onor del vero, non conoscevo l’esistenza. Redatto durante la Seconda Guerra Mondiale, questo documento sognava un’Europa unita, federale e democratica. Un continente capace di liberarsi dalle divisioni nazionali e orientato a garantire giustizia sociale ed economica. Un’Unione Europea che tutelasse le classi meno abbienti, contrastasse i monopoli e limitasse il potere finanziario incontrollato. Leggi il resto di Guardare la luna, non il dito

L’Europa ha illuso l’Ucraina

Chi mi segue da tempo, conosce la mia posizione da euroscettico nei confronti di un’istituzione buona a mettere regole sui prodotti in commercio, ma assolutamente svantaggiata rispetto agli altri grandi del mondo, quando si tratta di avere voce in capitolo ai tavoli internazionali. L’esempio più clamoroso penso sia quello che sta andando in onda in questi giorni tra i leader dei Paesi europei, dove ci si presenta un po’ alla rinfusa e senza un piano concordato, alle conversazioni improvvisate su come procedere in Ucraina. In una recente intervista, Lucio Caracciolo, direttore di Limes, ha affermato: “Qui sta cambiando praticamente tutto, salvo le abitudini europee, cioè arrivare sempre in ritardo e divisi e non saper bene che cosa fare. Quindi, ognuno torna a casa raccontando quello che pensa più interessante e utile per il suo pubblico. Io mi domando che cosa debba accadere perché ci si accorga del fatto che l’Europa non è un soggetto politico, tanto è vero che nessuno pensa che l’Unione Europea sia un soggetto politico con cui trattare di pace e di guerra”. Io sono anni che lo dico. Leggi il resto di L’Europa ha illuso l’Ucraina

Dazi allo zero percento

Non è ancora passato un mese dall’insediamento di Trump e già non ne posso più e vorrei scappare da questo Paese pieno di matti in cui la qualità della vita per noi comuni mortali è peggiorata notevolmente negli ultimi vent’anni. E non lo dice un cretino qualsiasi come il sottoscritto, ma fior fiore di ricerche e statistiche che fanno vedere come in America si vive meno e peggio rispetto a tante altre nazioni nel mondo. Ti confesso di sentirmi in trappola, e la sensazione non è certo delle più piacevoli: se non fosse per il lavoro e le figlie, specialmente considerando i recenti cambiamenti nella mia situazione familiare, avrei già fatto i bagagli. Ma non ho le forze per rimettermi in gioco a cinquant’anni suonati, trovare un lavoro da qualche altra parte, e ricominciare da zero. Perché tutto sommato il lavoro che faccio adesso mi piace ed è una di quelle poche certezze che mi sono rimaste, ed a cui non vorrei rinunciare. Oramai per me, come direbbero i nostri cugini francesi, rien ne va plus. Leggi il resto di Dazi allo zero percento

Oggi l’America volta pagina

Il grande giorno dell’inaugurazione di Donald Trump è finalmente arrivato, ed a dirla tutta non vedo l’ora che questi quattro anni passino in fretta, sempre che si arrivi alla fine del suo mandato. In queste ultime settimane in cui i riflettori hanno definitivamente abbandonato sia Biden che Harris, il duo Trump – Musk (ma il vice presidente non era Vance?) ha catturato l’attenzione del mondo con le loro uscite sempre più fantasiose e prive di un apparente filo logico, di un’agenda di base. In Italia i partiti che si presentano alle elezioni presentano un programma agli elettori, un programma che rappresenta anche un punto di partenza dal quale costruire le alleanze con altri partiti. In America, con Donald Trump, il programma si chiama “come mi son svegliato stamattina”: proprio questa imprevedibilità è la grande incognita del suo mandato, eppure gli elettori lo hanno votato lo stesso, dandogli carta bianca a partire dal momento in cui poggerà la mano su quella Bibbia che suggellerà il suo ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America. Leggi il resto di Oggi l’America volta pagina

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