Non so quanti tra i miei piccoli lettori si preoccuperanno oggi di controllare il loro feed per scoprire cosa succede nella blogosfera. Prima di tutto vorrei augurarti che tu possa passare questo Natale con attorno le persone più care che ti fanno star bene. Perché, significato religioso e commerciale a parte, il vero senso di queste feste è, secondo me, quello di riconnettere i rapporti sfilacciati da tre anni di montagne russe (tra Covid e guerre varie), che hanno fiaccato la nostra voglia di socialità. Proprio in quest’ottica, vorrei raccontarti oggi di una tradizione molto diffusa nel Paese a stelle e strisce, specialmente nell’ambito lavorativo: lo scambio dei doni dell’elefante bianco. Tutti ci siamo trovati in una situazione in cui non sapevamo cosa regalare ad un gruppo di amici o di colleghi in ufficio. Bene, l’elefante bianco può essere la soluzione che toglie d’impaccio tutti quanti. Il nome, stando a Wikipedia, sembra legato ad una diceria secondo cui un principe thailandese regalò, appunto, un pachiderma albino ad alcune persone che gli stavano antipatiche: vista l’unicità dell’animale, non se ne sarebbero potuti disfare facilmente, ed avrebbero dovuto sobbarcarsene i costi relativi. Leggi il resto di Buon Natale con l’elefante bianco
Archivio degli articoli in america, pagina 2
La sanità americana standardizzata
Negli Stati Uniti, il sistema sanitario è caratterizzato da una complessa rete di ospedali, medici, assicuratori e istituzioni governative. Senza entrare nel merito della bontà o meno di tale organizzazione, oggi vorrei concentrarmi su un aspetto più curioso: l’omologazione fisica e procedurale che contraddistingue il sistema. Mi riferisco al fatto che se vai in un qualsiasi studio medico, dal Maine alla Florida, la disposizione dell’arredamento e la sequenza di procedure a cui sarai sottoposto sarà praticamente la stessa, come abbiamo potuto constatare nelle varie visite per motivi di salute a cui ci siamo sottoposti negli anni, inclusa una nella lontana Florida, quel giorno in cui Sunshine si è infilzata nel pollicione un amo arrugginito abbandonato in spiaggia, mentre passeggiavamo sulla battigia, e siamo dovuti correre al pronto soccorso per fare l’antitetanica. Leggi il resto di La sanità americana standardizzata
Gli americani ed il ghiaccio
E così anche per quest’anno è arrivato il momento di celebrare il Giorno del Ringraziamento, che apre ufficialmente il periodo festivo natalizio. La sorella di mia moglie Sunshine, come da tradizione, ha invitato tutta la famiglia a casa sua per la cena a base dell’immancabile tacchino ripieno, accompagnato da patate dolci e marshmallows, e tutta una sfilza di altre pietanze che riempiranno la pancia dei commensali. Ad annaffiare tutto questo ben di Dio, mio cognato metterà in bella mostra una selezione di vini e bevande gassate per la gioia di grandi e piccini. Quest’anno però ci sarà una novità, ci è stato rivelato dai padroni di casa quando siamo andati a trovarli qualche settimana fa: una macchinetta in grado di produrre cubetti di ghiaccio senza sosta. Che mi ha dato lo spunto per questo post: per noi italiani, questa fissazione del Paese a stelle e strisce per il ghiaccio, è una cosa che non capiremo mai. Leggi il resto di Gli americani ed il ghiaccio
Diner: il ristorante dove si mangia di tutto
Ho pensato di concludere questa settimana a tema culinario portandoti in giro con me per il Paese a stelle e strisce. Capita spesso di vedere nei film americani il protagonista andare a mangiare in un locale con i tavoli disposti perpendicolarmente alla vetrina, e panchine con schienali alti a separare ogni gruppo. Si tratta dei cosiddetti diner, ristoranti che servono spesso un lunghissimo elenco di pietanze, dalle famose pancakes (altrimenti note come frittelle?) alle insalate, dagli hamburger al milkshake. Informali e caratteristici, hanno radici che risalgono alla fine del 1800, quando i primi imprenditori del Far West inventarono carrozze ambulanti per sfamare le persone nei villaggi che nascevano come funghi. Da allora, i diner sono diventati una vera e propria istituzione nella storia della cultura gastronomica degli Stati Uniti, e per questo sono spesso immortalati in film e serie televisive. Per noi ragazzi cresciuti negli anni Ottanta all’ombra del Drive In e dei telefilm a stelle e strisce, il diner per definizione è sicuramente quello immortalato nella serie Happy Days, dove Fonzie ed i suoi amici passavano le serate a parlare del più e del meno. Leggi il resto di Diner: il ristorante dove si mangia di tutto
PetSmart, anche gli animali hanno un negozio
Nel mio studio a casa ho un acquario di circa 250 litri, dove abitano un gruppetto di pesci rossi. L’idea ci è venuta qualche anno fa, quando le figlie ci tormentavano per prendere un animale domestico, possibilmente un gatto. Allora, per non tuffarci a capofitto in qualcosa di così impegnativo, proposi di fare un esperimento con qualcosa di più facile: un paio di pesciolini rossi. “Se riuscirete a prendervi cura di questi due allegri pescetti”, dissi alle figlie all’epoca, “allora potrete passare al livello successivo, un criceto, e poi se anche quello sopravvive, prenderemo un gatto”. In realtà, la mia intenzione era quella di prendere tempo, perché sapevo che alla fine l’animale domestico sarebbe finito sul mio groppone, quando le figlie si sarebbero stancate di pulire la sabbietta o di giocarci. E così in effetti è stato già per l’acquario (al criceto non ci siamo mai arrivati): dopo un mesetto, entrambe le ragazze hanno cominciato a disinteressarsi agli esserini arancioni che nuotavano nel piccolo acquario, e così è toccato a me prendermene cura. Leggi il resto di PetSmart, anche gli animali hanno un negozio
Multa per eccesso di velocità
La foto che vedi qui sotto non è stata trovata a caso in rete: questa catasta di lettere di avvocati giaceva davvero sulla mia scrivania qualche giorno fa. Eh già, perché qualche settimana fa il poliziotto imboscato sulla strada a scorrimento veloce m’ha beccato mentre superavo di ben 30 miglia il limite di velocità di 55 miglia all’ora (che comunque non rispetta nessuno), e siccome si vede che non aveva nulla di meglio da fare, come nei classici film americani, s’è immesso sulla carreggiata ed ha subito acceso il lampeggiante. Io l’ho notato con la coda dell’occhio quando oramai la frittata era fatta, e non è servito a nulla rallentare sotto il limite prescritto dai cartelli stradali. Ero in auto con mia figlia, in ritardo per un appuntamento dal dentista, e sulla strada provinciale in genere si va a 70 all’ora senza problemi. Per fortuna sono quasi sempre stato un guidatore modello in 15 anni di permanenza sul suolo americano, ma il poliziotto di turno la multa me l’ha fatta lo stesso. Leggi il resto di Multa per eccesso di velocità
Sunshine parteciperà ad una giuria popolare
Spesso vediamo nei film che hanno a che fare con avvocati e cose legali, che nell’aula di tribunale, a lato del bancone del giudice siede una giuria popolare che emette il verdetto di assoluzione o colpevolezza dell’imputato. Personalmente lo considero un retaggio dei tempi del Far West, quando gli immigrati inglesi si arrangiavano come potevano per applicare la neonata costituzione a stelle e strisce, e non c’erano abbastanza giudici togati in grado di risolvere gli inevitabili problemi di quella società in fermento. Quest’argomento mi è venuto in mente l’altro giorno, quando a Sunshine è arrivata una cartolina sospetta (e qui ci starebbe bene il tipico suono con gli acuti del violino) proveniente dall’ufficio del giudice della nostra provincia. Che la convocava a presentarsi la prossima settimana per un colloquio per essere inserita in una giuria popolare per chissà quale delitto. Eh già, qui tutti i cittadini americani maggiorenni, un po’ com’era con la leva in Italia, hanno l’obbligo di presentarsi, quando ricevono la notifica, per il cosiddetto jury duty. Non vorrei gufarmi da solo, ma in più di 12 anni da cittadino americano, io non sono mai stato chiamato. Leggi il resto di Sunshine parteciperà ad una giuria popolare
Le feste comandate americane
Dato che oggi nel Belpaese si celebra la festa della Repubblica, mi è venuta l’ispirazione per la curiosità americana del giorno: le holidays del Paese a stelle e strisce. Prima di tutto, bisogna sapere che al contrario dell’Italia, qui non esistono i “ponti”, fatta eccezione per il Giorno dell’Indipendenza e Natale. Infatti, le altre varie ricorrenze non si celebrano mai in una data specifica, ma cadono il lunedì o talvolta il venerdì più vicino alla data ufficiale, con buona pace dell’omologo americano di Maurizio Landini. Così ad esempio, la festa dei caduti (il famoso Memorial Day) è sempre l’ultimo lunedì di maggio, e la festa dei lavoratori (meglio nota come Labor Day) è il primo lunedì di settembre. Queste due date, in particolare, marcano in maniera non ufficiale rispettivamente l’inizio e la fine della bella stagione. Leggi il resto di Le feste comandate americane