due chiacchiere

Archivio degli articoli in salotto, pagina 56

Sul diritto di morire

Un visitatore, Domenico, leggendo il mio intervento in cui riflettevo sul clamore suscitato dal “caso Welby”, ha lasciato un lungo commento che, vista l’importanza, ho deciso di trasformare in un articolo vero e proprio, per darvi maggior risalto e visibilità. Credo che sia importante riflettere su questi temi, anche se a volte sembrano fin troppo “scomodi” e sembra più facile ignorarli. Leggi il resto di Sul diritto di morire

50 milioni di euro al governo

Se segui queste pagine da un po’, saprai che non sono molto propenso a parlare di politica: ci sono già tanti altri vicini di blog che lo fanno più che volentieri. Vorrei comunque segnalare l’iniziativa dell’Associazione per il Software Libero, in risposta all’accordo firmato tra Governo Italiano e Microsoft, secondo il quale quest’ultima sarebbe autorizzata a creare centri di ricerca in tre regioni italiane, sfruttando soldi pubblici ed ottenendo non si capisce bene quali risultati. L’Associazione propone di offrire 50 milioni di euro al Governo affinché rinunci a questa iniziativa, impegnandosi a mettere a disposizione, per un periodo di cinque anni, attività formative, materiale didattico, soluzioni tecnologiche e software, direttamente o delegando aziende italiane che lavorano nell’ambito del software libero, per un valore complessivo dell’ordine di 10.000.000,00 (dieci milioni) di euro all’anno. Leggi il resto di 50 milioni di euro al governo

La disciplina delle invenzioni

Riprendo un discorso che avevo iniziato un paio di settimane fa (sono bravo a fidelizzare i miei lettori, che ne dici?) sulla brevettabilità del software, argomento che a fasi alterne ritorna a far discutere fautori e detrattori. Approfitto di quello che sto imparando ad un corso universitario a cui mi sono iscritto, per affrontare la questione dal punto di vista del diritto, ovvero “cosa dice la legge” in merito delle opere dell’ingegno umano, tra cui ricadono anche i programmi per l’elaborazione elettronica. Si era visto come il diritto moderno divida sostanzialmente le creazioni intellettuali in due categorie: invenzioni e opere dell’ingegno. Vediamo come sono regolamentate quelle idee che ricadono nel primo gruppo. Leggi il resto di La disciplina delle invenzioni

Sono un bsociale

Piacevole cena ieri sera con alcuni amici, durante la quale si è toccato un argomento abbastanza “spinoso”, specialmente se affrontato al cospetto della moglie sempre attenta a queste cose: quanto tempo passare davanti al computer per la gestione ordinaria del proprio blog? Già da qualche giorno pensavo di scrivere un intervento proprio su questo tema. Ed avevo anche pensato ad una parola opportunamente coniata per l’occasione: la bsocialità. In contrapposizione all’asociale, ovvero colui che evita i contatti e le relazioni con le persone che lo circondano, perché non ne trae alcuna soddisfazione. Il giochino di parole può sembrare stupido: sostituire una A con una B, e via. Ma non è solo un cambio di lettera. Leggi il resto di Sono un bsociale

Tengo la panza

Qualche giorno fa sono andato dal dottore per un controllo periodico a cui mi sottopongo. Effettivamente da dopo le vacanze natalizie, passate mangiando e bevendo allegramente in compagnia di amici e parenti, ho un po’ allentato le redini della mia dieta quotidiana. Così lui, osservando la pancetta da impiegato che ho coltivato in questi primi mesi del 2007, mi guarda e mi dice “non ci siamo, quella lì deve sparire al più presto” e mi consiglia di incrementare la mia attività fisica. Che se fino a Settembre 2006 era costituita da un corso di nuoto tre volte alla settimana, dopo il mio matrimonio si è ridotta ai 5 minuti in bici per andare da casa al lavoro e viceversa. Allora ieri, armati di tanta buona volontà, io e la moglie abbiamo inaugurato la stagione 2007 “della corsetta”, che all’epoca fu galeotta nel farci conoscere. Leggi il resto di Tengo la panza

Una vita fatta di scelte

Hanno proprio ragione i microeconomisti (che non sono gli economisti di bassa statura, ma delle persone che studiano l’economia nella quotidianità) quando dicono che ogni azione delle nostra vita è una scelta tra fare una cosa o un’altra. E soprattuto che il prezzo da pagare nel fare ciò che abbiamo scelto, è ciò che non otterremo rinunciando all’altra cosa. Me ne rendo conto sempre di più in questi giorni: lavorare, scrivere articoli per questo spazietto, aggiustare il tema “scalcinato” che utilizzo, dare retta alla moglie, uscire a fare due passi al parco, studiare per i primi esami del master che si avvicinano. Tutte attività che continuano ad impormi di fare delle scelte: se scrivo queste parole, sto rinunciando a leggere un libro, oppure ad uscire a comprare la cena di stasera. Già, il mondo è proprio complicato!

Brevettare i programmi

Da un paio di mesi oramai è iniziata la mia frequenza di un master universitario a tema informatico (certo, dopo una laurea in informatica era duro seguire un master in lettere classiche). Uno dei corsi che ho trovato molto interessante affronta lo spinoso problema della brevettabilità del software, argomento oggi molto discusso ma del quale io per primo mi sono reso conto di sapere molto meno di quello che pensavo. Il professore, un saggio avvocato e docente universitario dall’esperienza concreta nel settore, sostiene che forse il brevetto sarebbe il male minore rispetto al pastrocchio che si prospetta, almeno in Europa. Sono d’accordo: se non ci svegliamo in tempo, arriveremo ancora una volta secondi rispetto ai pragmatici americani, che più che alla fuffa sono interessati alla ciccia. Leggi il resto di Brevettare i programmi

Pane, amore e…

A volte torno stressato dal lavoro, non tanto per la quantità di mansioni che mi tocca svolgere, quanto per la qualità (bassa) di quello che mi viene assegnato. E dire che sono un “laureato” che ha studiato, conosce tonnellate di teoria, e potrebbe fruttare molto di più, se messo all’opera in settori che invece sono lasciati completamente allo sbando. Ma si sa, gli informatici abbiamo questo destino, almeno nel Belpaese: sudare sette camicie per conseguire l’agognato titolo, avere tante belle speranze, e poi ritrovarsi ad essere stipendiati meno di mille euro al mese per fare lavori demotivanti e senza organizzazione. Ok, questo è uno sfogo personale, sono certo che molti riescono ad ottenere condizioni migliori delle mie, quindi non posso generalizzare sulla situazione dei poveri informatici sfruttati. Leggi il resto di Pane, amore e…

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